(Adnkronos) – Dopo l’arresto del super latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro torna centrale il tema delle intercettazioni, strumento d’indagine “irrinunciabile” nella lotta alla mafia, secondo il Procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia. “E chi lo nega. Certo che sono imprescindibili, e chi dice il contrario ciurla nel manico…”, dice all’Adnkronos il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, esponente di Forza Italia. “La mafia – spiega – è tutto quello che è antistato, cioè la proposta di uno Stato della illiceità rispetto allo Stato della legalità: quindi è legittimato ogni strumento di indagine, comprese le intercettazioni. Ma il punto non è questo”, puntualizza il vice di Nordio.
“Il punto – prosegue Sisto – è se per gli altri reati minori, diversi da quelli mafiosi, non sia possibile un ridimensionamento di questa attività. Non una cancellazione, sia chiaro, ma un ridimensionamento: una spesa di 200 milioni di euro l’anno con quegli effetti perversi sulla pubblicazione di intercettazioni, che non sempre sono conformi all’articolo 21 della Costituzione, mi sembra debba indurre a un momento di riflessione. Sono due capitoli completamente diversi: sulla mafia avanti tutta, sul resto una riflessione mi sembra opportuna”.
Per quali reati il governo prevede una stretta sulle intercettazioni? “Innanzitutto occorre intervenire sul sistema delle intercettazioni e soprattutto riflettere su una valutazione complessiva, statistica delle intercettazioni… Non bisogna dimenticare che per disporre le intercettazioni è necessario un nucleo di illiceità sul quale fondarle. Ripeto: una riflessione qualitativa e quantitativa mi sembra, come ha detto il ministro Nordio, che sia assolutamente opportuna”, rimarca il parlamentare azzurro, che parla di “eterogenesi dei fini”: “Credo che nel caso delle intercettazioni qualche volta le finalità di indagine vengano superate poi dalla lesività della diffusione delle intercettazioni”. Quando interverrete su questo tema “Complicato dirlo, ci stiamo occupando dei temi dell’abuso d’ufficio, del traffico di influenze. Sarà il ministro a dettare i tempi, come un direttore d’orchestra”, risponde Sisto.
ABUSO D’UFFICIO – Il reato di abuso d’ufficio rimarrà o sarà cancellato dal governo? “La querelle di questi giorni è nota: c’è chi sostiene che possa e debba essere del tutto abolito e c’è chi parla invece di modifiche. Posso dire con certezza che qualsiasi cosa accada, la burocrazia difensiva e la paura della firma è destinata a scomparire”, dice all’Adnkronos il viceministro della Giustizia. Da giurista, cancellerebbe questo reato? “Secondo il mio personale parere, dipenderà dalle proposte. Col ministro Nordio abbiamo delle riunioni in corso, ne stiamo discutendo amabilmente, ognuno porta il suo contributo. Alla fine il risultato sarà questo ed è ciò che conta: i pubblici amministratori potranno tranquillamente mandare avanti il paese senza timore che una loro scelta legittima possa, per questioni contingenti, provocare un’iscrizione al modello 21, perché questa incertezza ci costa il 2% di Pil”, risponde Sisto. (di Antonio Atte)