(Adnkronos) – “La riforma del sistema tributario è stata annunciata da quasi tutti i governi negli ultimi due decenni, ma non ha ancora trovato una vera idea guida, né gli strumenti per realizzarla in modo efficace. Al contrario si sono succeduti e sovrapposti interventi parziali, che hanno aumentato le sperequazioni minato la coerenza del sistema complessivo, oltre a generare, anche per la frequenza con cui si sono verificate, la pesante complessità, da tutte lamentata. In assenza di un grande e solido disegno sarebbe forse più efficace mettere ordine e soprattutto garantire un periodo più lungo di stabilità delle norme, già di per sé elemento di semplificazione”. A dirlo Mario Mantovani, presidente Manageritalia, in occasione della 100ma assemblea Manageritalia.
“Manageritalia – spiega – condivide l’impianto generale del disegno di legge delega di riforma del sistema tributario in riferimento all’obiettivo dello ‘stimolo della crescita’, con l’auspicio che si intenda anche e soprattutto crescita dell’occupazione; riguardo agli obiettivi di ‘razionalizzazione del sistema tributario’ e della ‘semplificazione degli adempimenti’, occorrerà attendere l’emanazione dei decreti legislativi per verificare se effettivamente tali obiettivi hanno possibilità di essere centrati”.
“Riteniamo giusti – avverte – i richiami alla certezza del diritto per il contribuente, elemento che ha minato la fiducia dei cittadini nel fisco e che appesantisce le strutture giudiziarie oltre il limite ragionevole. Le critiche principali si indirizzano all’Irpef, che è rimasta quasi l’unica imposta progressiva ed è fortemente squilibrata: un grande segmento sotto i 35.000 euro, in cui sono comprese le fasce più deboli, ma anche casi non irrilevanti di evasione, non paga o paga di fatto un’imposta inferiore al 10%, tra i 25 e i 50.000 il prelievo aumenta rapidamente e sopra quella soglia raggiunge livelli riservati in altri paesi ai più ricchi, o comunque ai redditi di oltre 100.000 euro (sopra i 35.000 euro di reddito è il 13% della popolazione complessiva di contribuenti che versa però il 57% del gettito fiscale)”.
“Tutte le misure e le forme di ristoro – ricorda il presidente Mantovani -che sono state erogate durante la pandemia, durante la crisi energetica e la guerra in Ucraina, sono state rese possibili grazie all’enorme carico fiscale gravante sui redditi medio alti, da ultimo anche con il blocco della perequazione sulle pensioni sopra i 2.100 euro”.
“L’altra enorme area di recupero – aggiunge – è rappresentata dall’evasione fiscale (Iva, Irpef, Ires) e contributiva, la quale, nonostante i passi avanti fatti nel periodo più recente, continua ad assorbire nel nostro Paese quasi 100 miliardi di euro”. Per Mantovani “non ci sono giustificazioni logiche per il mancato utilizzo incrociato delle informazioni disponibili e per indebolire l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili. Esprimiamo preoccupazione quando si dice che per recuperare la progressività vi sarà una revisione delle ‘tax expenditures’ con dei plafond massimi per classi di reddito”.
Gli ambiti e proposte di policy Manageritalia sono: un progressivo alleggerimento delle aliquote Irpef sopra i 35 e sopra i 50.000 euro, con una progressività non troppo dissimile a quella delle fasce inferiori; incentivo alla crescita del reddito da lavoro, con applicazione ritardata nel tempo della tassazione sugli aumento di reddito; promozione della tracciabilità dei flussi di pagamento e utilizzo integrato delle informazioni disponibili per contrastare l’evasione fiscale diffusa; realizzazione di un efficace sistema di allerta per le crisi d’impresa, impedendo che maturino rilevanti debiti fiscali e contributivi, di quasi impossibile recupero; razionalizzazione della giustizia tributaria, con focus sulla certezza, omogeneità e rapidità delle decisioni.