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Famiglia Borsellino”Ferraro non parlò con Paolo di trattativa”

(Adnkronos) - "Quanto detto ieri sera da Sandra Amurri nella trasmissione di Giletti sull'incontro tra Liliana Ferraro con Paolo Borsellino a Fiumicino il 28 giugno 1992 è assolutamente falso. Sarei tentato di dire che il depistaggio continua". A dirlo all'Adnkronos è l'avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale della famiglia del giudice ucciso…

(Adnkronos) – “Quanto detto ieri sera da Sandra Amurri nella trasmissione di Giletti sull’incontro tra Liliana Ferraro con Paolo Borsellino a Fiumicino il 28 giugno 1992 è assolutamente falso. Sarei tentato di dire che il depistaggio continua”. A dirlo all’Adnkronos è l’avvocato Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale della famiglia del giudice ucciso nella strage di via D’Amelio. Il riferimento è alla trasmissione ‘Non è l’Arena’ andata in onda ieri sera su La7 in cui la giornalista Amurri ha parlato dell’incontro tra la magistrata del Ministero della Giustizia Liliana Ferraro e Borsellino poco prima della strage. “Ferraro accennò a Borsellino di quanto saputo da Mori per il tramite di Martelli e da De Donno direttamente sulla inizizta interlocuzione con Ciancimino”. “Quindi – dice la Ferraro non parlò a Borsellino di nessuna trattativa e soprattutto Borsellino rispose ‘Me ne occupo io’, Non disse affatto ‘Dovranno passare sul mio cadavere”. 

“Questo oltraggio alla memoria di Paolo Borsellino dovrà finire prima o poi. Fare dire alla Ferraro ciò che non ha mai detto sull’incontro con il Giudice Borsellino a Fiumicino è gravissimo – dice Trizzino – Ma è altrettanto ripugnante – non trovo altre parole – che si cerchi di trascurare, o peggio, nascondere l’interesse di Paolo Borsellino per il Rapporto del Ros su mafia appalti del febbraio 1991”. 

E ricorda la testimonianza di Liliana Ferraro al processo Borsellino quater del primo aprile 2014. “Nella testimonianza si fa riferimento ad una iniziativa illegittima del Procuratore Giammanco, il quale nell’agosto 1991 spedì un rapporto che doveva rimanere segreto ad alte autorità istituzionali, come il Ministero della Giustizia, perché si risolvessero in quella sede questioni relative ad indagini penali”, ricorda Trizzino. “Follia pura, tanto da sollecitare una dura lettera di restituzione del relativo plico da parte di Martelli quale ministro pro tempore – conclude – La gestione di quel Rapporto da parte della Procura retta da Pietro Giammanco fu alquanto strana ad usare un eufemismo. Sta di fatto che Falcone e soprattutto Borsellino muoiono perché vogliono rivitalizzarlo. Non lo dico io ma le sentenze definitive sulle due stragi”. (di Elvira Terranova)  

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