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Decreto Lavoro, Calderone: “Nessun rischio di aumento precarietà”

(Adnkronos) - "Non si verificherà nessuno aumento della precarietà. Non vedo tutta questa polemica". E' quanto sottolinea il ministro del Lavoro, Marina Calderone a Radio24, in merito alle novità introdotte dal decreto sul lavoro approvato ieri in Cdm. "Il decreto dignità - spiega il ministro - prevedeva causali solo dopo i 12 mesi. L’intervento nel…

(Adnkronos) – “Non si verificherà nessuno aumento della precarietà. Non vedo tutta questa polemica”. E’ quanto sottolinea il ministro del Lavoro, Marina Calderone a Radio24, in merito alle novità introdotte dal decreto sul lavoro approvato ieri in Cdm. “Il decreto dignità – spiega il ministro – prevedeva causali solo dopo i 12 mesi. L’intervento nel decreto approvato ieri elimina le causali di difficile applicazione e che soprattutto potevano generare contenziosi, affidando alla contrattazione collettiva nazionale e territoriale la definizione delle causali. Poi c’è una clausola per cui si dice che laddove non c’è in questo momento una previsione da parte della contrattazione collettiva si dà alle parti la possibilità di prorogare per una finestra temporale limitata, e in attesa della contrattazione, con un richiamo a ragioni tecniche, organizzative e produttive legate alla attività dell’azienda. Oggi dunque si firma di fatto un contratto senza causali”. 

Per quanto riguarda il rischio di un aumento della precarietà, Calderone aggiunge che “se guardiamo realisticamente ai numeri, in questo momento sui contratti a termine questo è un problema confinato al 2,5% dei contratti, visto che più del 97 % durano meno di 12 mesi, proprio perché il decreto dignità prevedeva che le causali venissero applicate nella seconda fase del contratto, quella dai 12-24 mesi”. 

Per quanto riguarda la proroga del taglio del cuneo fiscale al 2024, “siamo certamente al lavoro creare le condizioni per renderlo strutturale, ma bisogna agire con prudenza facendo attenzione all’equilibrio dei conti. Il nostro obiettivo è un taglio del cuneo contributivo strutturale sia dal lato dell’azienda che da quello dei lavoratori. Anche per i redditi sopra 35 mila è sicuro un nostro impegno ma la prudenza paga. Senza un atteggiamento prudente non saremmo qui a parlare dell’ulteriore taglio di 4 punti percentuale”. 

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