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Covid e vaccino, nuovo test misura immunità cellulare

(Adnkronos) - La durata degli anticorpi contro Covid 19 si esaurisce dopo qualche mese ma le cellule T di memoria potrebbero continuare a proteggere dal virus. Lo abbiamo sentito ripetere centinaia di volte ai virologi in questi anni ma ora, finalmente, un test è in grado di misurare la protezione cellulare nei confronti del Sars-CoV-2,…

(Adnkronos) – La durata degli anticorpi contro Covid 19 si esaurisce dopo qualche mese ma le cellule T di memoria potrebbero continuare a proteggere dal virus. Lo abbiamo sentito ripetere centinaia di volte ai virologi in questi anni ma ora, finalmente, un test è in grado di misurare la protezione cellulare nei confronti del Sars-CoV-2, aprendo la strada a strategie più mirate di vaccinazione e di booster. 

In questa direzione va lo studio pubblicato su ‘Nature Biotechnology’ da un team internazionale di scienziati e medici, che descrive l’efficacia e la sensibilità di un nuovo tipo di test in grado di valutare l’attivazione delle cellule T, specifica contro il coronavirus responsabile di Covid-19. La ricerca, effettuata in sinergia con Synlab, fornitore di servizi diagnostici di laboratorio, ha sfruttato la tecnologia Hyris System* di Hyris, azienda biotecnologica dedicata all’analisi genetica.  

“A oggi, i test anticorpali sono stati tipicamente, se non unicamente, gli endpoint clinici comunemente utilizzati per misurare la risposta immunitaria al Sars-CoV-2”, spiega Antonio Bertoletti, professore alla Duke-Nus Medical School di Singapore. Tuttavia, precisa, “sia la risposta immunitaria umorale (anticorpi) sia quella cellulare agiscono in coordinamento per ottenere una protezione a lungo termine dalle infezioni virali. Proteggendo l’organismo dalle malattie, gli anticorpi sono importanti per prevenire le infezioni, mentre l’immunità cellulare è essenziale per eliminare le cellule infette da virus, e contribuire quindi a combattere la malattia stessa”.  

Il nuovo studio – riassume una nota – dimostra l’importanza di un approccio Pcr quantitativo al test delle cellule T e indica nella misurazione della risposta di queste cellule “un nuovo, rivoluzionario approccio alla lotta contro il Sars-CoV-2. Grazie ai linfociti T reattivi”, infatti, “un individuo negativo a un test anticorpale potrebbe ancora essere protetto”. 

“Questi metodi di screening altamente scalabili saranno particolarmente importanti per monitorare l’entità e la durata dell’immunità cellulare funzionale verso le varianti emergenti, contribuendo in tal modo ad assegnare la giusta priorità alle strategie di rivaccinazione nelle popolazioni vulnerabili”, afferma Cristina Lapucci, Head of Genetics and Molecular Biology di Synlab Italia. “Ci siamo impegnati al massimo per mettere il nostro sistema al servizio di partner così prestigiosi – dichiara Stefano Lo Priore, fondatore e Ceo di Hyris – Molte istituzioni mediche in tutto il mondo hanno già adottato la nostra tecnologia, abbracciando la semplicità, la connettività e la scalabilità senza precedenti dell’Hyris System”. 

“Le analisi utilizzate nel nostro studio si basano sulla quantificazione dell’mRna di CXCL10 dopo l’incubazione di sangue intero con peptidi specifici Sars-CoV-2 – dettaglia tecnicamente Ernesto Guccione, professore della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York – I livelli dei trascritti indotti di CXCL10 hanno una forte correlazione con l’IFNgamma prodotto dalle cellule T antigene-specifiche attivate, servendo come ‘proxy’ per rilevare l’immunità cellulare nei soggetti guariti da Covid-19 e vaccinati contro Sars-CoV-2”. Questo “è particolarmente importante dopo che sono emerse varianti di Sars-CoV-2 come la Omicron, che elude la maggior parte della capacità neutralizzante degli anticorpi, ma non quella dei linfociti T – rimarca Megan Schwarz, dottoranda alla Icahn School Mount Sinai – La misurazione precisa delle risposte cellulari alla base della protezione dai virus rappresenta quindi un parametro cruciale della difesa immunitaria”. 

“Le soluzioni già presenti sul mercato vengono solitamente implementate basandosi sulle tradizionali metodologie di fluorescenza tipicamente utilizzate nel dominio immunologico – evidenzia Jordi Ochando, Assistant Professor alla Icahn Mount Sinai. – Questa ricerca dimostra che l’espressione dell’mRna di CXCL10 conferma i dati ottenuti con i metodi tradizionali (eg. ELISpot) rispetto al soggetto naïve, convalescente dal Covid-19 e vaccinato contro Sars-CoV-2”. 

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