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Covid, Ciccozzi: “Titoli di coda vicini con un anno di anticipo”

(Adnkronos) - "Lo sto dicendo da dicembre che il virus ha iniziato la sua endemizzazione, da quando Tulio de Oliveiria della Stellenbosch University (Sud Africa), che ha scoperto Omicron 5, parlò con me e mi disse dei sintomi che dava questa variante e la stabilità osservata in Sud Africa. Quindi il virus aveva già iniziato…

(Adnkronos) – “Lo sto dicendo da dicembre che il virus ha iniziato la sua endemizzazione, da quando Tulio de Oliveiria della Stellenbosch University (Sud Africa), che ha scoperto Omicron 5, parlò con me e mi disse dei sintomi che dava questa variante e la stabilità osservata in Sud Africa. Quindi il virus aveva già iniziato la transizione per diventare più o meno come un’influenza. Così poi è stato. Quello che ho letto dello studio del professor Palù noi lo diciamo da mesi e mi pare, oggi, una ovvietà. Da un mese siamo a titoli di coda di questa endemizzazione che abbiamo anticipato di un anno grazie ai lockdown, alle mascherine e poi ai vaccini”. Così all’Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia della Facoltà di medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. 

Ciccozzi commenta uno studio dell’Università di Padova, a cui ha partecipato anche il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, che ha evidenziato come “la contagiosità è diventata inversamente proporzionale alla letalità: l’evoluzione del Sars-CoV-2 si sta trasformando in forme più ‘benigne’ rispetto al Covid che abbiamo conosciuto”. 

“Il nostro team – ricorda Ciccozzi – ha studiato in questi 3 anni di pandemia tante varianti e la prossima settimana pubblicheremo un lavoro sulla cosidetta Cerberus. Sappiamo che tutte le varianti e sottovarianti ad oggi analizzate dal mondo scientifico sono tutte inferiori come aggressività ad Omicron 5, che oggi è il massimo dell’endemizzazione di Sars-CoV-2 che si adatta all’uomo. Tutti indicano la mortalità di Delta, ma la prima variante che nessuno si ricorda è la Dg614, una mutazione del ceppo di Wuhan, che ha provocato la più alta mortalità pandemica in Italia. E anche su questa pubblicheremo un lavoro”.  

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