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Cospito dice no ad alimentazione forzata: “Non mi fermo”

(Adnkronos) - Visita dei magistrati del tribunale di Sorveglianza di Milano all'anarchico Alfredo Cospito, dietro le sbarre di Opera e da oltre 100 giorni in sciopero della fame per protestare contro il 41 bis. Ieri, la presidente Giovanna Di Rosa e la giudice Ornella Anedda, si sono intrattenute con il detenuto e il difensore e…

(Adnkronos) – Visita dei magistrati del tribunale di Sorveglianza di Milano all’anarchico Alfredo Cospito, dietro le sbarre di Opera e da oltre 100 giorni in sciopero della fame per protestare contro il 41 bis. Ieri, la presidente Giovanna Di Rosa e la giudice Ornella Anedda, si sono intrattenute con il detenuto e il difensore e attraverso i medici stanno cercando di mettere in atto ogni misura per tenere sotto controllo lo stato di salute dell’uomo che ribadisce l’intenzione di proseguire nell’azione non violenta e rifiutare dunque – qualora si arrivasse a condizioni estreme – l’alimentazione forzata. La lotta di Cospito è una lotta “perché venga cancellato il 41bis per tutti” perché “è uno strumento che toglie libertà fondamentali”. La sua è una protesta in cui “ognuno agisce per sé, dietro non c’é nessuna organizzazione”, ma una rete fluida, racconta chi ama definirsi un “anarchico nichilista”. Cospito non ha nessuna intenzione di fermarsi: è pronto ad andare avanti nella sua battaglia.  

LA DIFESA: “RAMMARICO PER PARERE PG TORINO” – La difesa di Cospito esprime intanto “stupore e rammarico in merito al parere inviato nella giornata di ieri dalla procura generale di Torino al ministro Nordio. Stupore perché nessuno meglio della procura è al corrente delle precisazioni fornite dalla Corte di Assise all’atto di riconoscere la sussumibilità di una porzione delle sigle Fai (Federazione anarchica informale) nella fattispecie incriminatrice p.e dall’art. 270 bis cp ( associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico)”. Lo afferma l’avvocato Flavio Rosi Albertini, difensore dell’anarchico. 

“Della differenza riconosciuta dalla Corte tra FAI associazione e FAI metodo e come sia stato accertato che non ogni fatto illegale commesso, rivendicato, attribuito, alla compagine anarchica, anche se rivendicato dall’acronimo FAI, sia espressione, sintomo, indicazione dell’esistenza e attualità di una associazione criminale – aggiunge il penalista – Rappresentando quest’ultimo presupposto ossia l’esistenza di una associazione in collegamento con il detenuto la condizione indispensabile per l’applicazione del 41 bis. Nel caso di specie assolutamente mancante. Rammarico, perché alla Procura era stata concessa una occasione unica per rivedere e rivalutare le proprie determinazioni, espresse anche nel recente passato allorché – prosegue l’avvocato Rossi Albertini – aveva insistito solo il 5 dicembre scorso nella richiesta di ergastolo ostativo per Alfredo Cospito, suscitando incredulità in ogni sobrio osservatore e la decisione della Corte di Assise di Appello di sollevare l’incidente di Costituzionalità. Richiesta di ergastolo e applicazione del 41 bis che rappresentano gli argomenti e le motivazioni delle numerosissime iniziative che stanno attraversando il territorio nazionale, nelle quali cresce la partecipazione tra gli altri di studenti e studentesse medi e universitari” afferma il penalista. 

Una richiesta al ministro della Giustizia Carlo Nordio affinché la decisione su Alfredo Cospito avvenga “in tempi rapidissimi, qualunque essa sia”, dice ancora l’avvocato. 

“Le condizioni di Alfredo, il suo fisico provato, i quasi 110 giorni di digiuno, i 45 kilogrammi di dimagrimento non consentono più ritardi o attendismi di sorta” aggiunge il penalista. 

 

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