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Condanna Cipollini, ex moglie: “Ho avuto paura, fine incubo”

(Adnkronos) - "Mi fa piacere questa sentenza e questa vittoria, anche se diciamo che non è una vittoria, ma una vita difficile" Così Sabrina Landucci, ex moglie di Mario Cipollini, subito dopo la sentenza che ha visto condannare a 3 anni di reclusione l'ex campione di ciclismo in primo grado dal Tribunale di Lucca per…

(Adnkronos) – “Mi fa piacere questa sentenza e questa vittoria, anche se diciamo che non è una vittoria, ma una vita difficile” Così Sabrina Landucci, ex moglie di Mario Cipollini, subito dopo la sentenza che ha visto condannare a 3 anni di reclusione l’ex campione di ciclismo in primo grado dal Tribunale di Lucca per maltrattamenti, minacce e lesioni, raccolte da un’intervista esclusiva per ‘Storie Italiane’ su Rai1, dall’inviato del programma Vittorio Introcaso. “È stato un percorso difficilissimo, la parte della difesa mi ha fatto veramente molto, molto male. Mi sono sentita offesa nell’immagine di madre inadeguata. È la fine di un incubo”, ha aggiunto. 

“Dopo sette lunghi anni è finito un incubo”, ha rilanciato dallo studio la conduttrice Eleonora Daniele. “Sono stati sette anni difficili, io sono stata abbastanza riservata nelle mie cose – ha continuato Landucci. – Ma ad un certo punto ho dovuto dire basta e urlare quello che avevo dentro, perché era difficile e insostenibile. È una vita che lotto per le mie figlie, faccio di tutto per loro, quindi l’immagine di madre inadeguata con cui sono stata dipinta, mi ha fatto veramente male. Per me è stata una vita complicata, con una figura di un personaggio su cui non ho niente da dire sul lato sportivo, ma purtroppo ha avuto difficoltà forti nella nostra relazione che mi hanno decisamente danneggiato. Questa sentenza credo sia giusta al di là che faccia male a tutti, perché fa veramente male”. 

Poi parlando dei sette lunghi anni del processo, l’ex moglie di Cipollini ha aggiunto: “Ho pensato di poter gestire una situazione che a un certo punto dopo anni di separazione non sono più riuscita a gestire. Ho avuto paura, e in quel momento ho detto basta e un po’ inconsapevolmente ho fatto questo passo. Non sapevo a cosa andassi incontro, ad un processo così lungo, non lo immaginavo. Fortunatamente è la prima volta e spero anche l’ultima, non lo auguro a nessuno, però ho dovuto farlo. Non ce la facevo più a tenere tutto dentro, una cosa molto più grande di me. Si è conclusa bene, anche se qui non ci sono vincitori. Io ho due figlie, quindi la parte lesa credo siano loro. Era giusto pensare a loro: un segno che una donna ad un certo punto deve dare anche nel rispetto delle altre donne e soprattutto dei propri figli. Non si può sottostare, ma è difficile denunciare. Sono cose talmente private e intime che è difficile mettere alla mercé di tutti”. 

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