(Adnkronos) – La ‘rivolta’ contro il ‘caro affitti’ che vede in prima fila gli studenti ha posto l’accento su una situazione storicamente difficile ma che oggi porta a scenari in cui nelle grandi città di tutta Italia, un mese di affitto costa anche più del 40% di uno stipendio medio. Ma – come tutti sanno – l’aumento progressivo del canone mensile per un immobile in affitto in Italia è dovuto a un unico grande motivo: la forte discrepanza numerica tra domanda e offerta. Nelle principali città italiane, l’offerta di immobili in locazione a lungo termine, già al ribasso per via dell’abitudine tutta italiana di comprare casa, è ulteriormente ridotta dall’incombere dell’affitto breve, che consente un guadagno superiore in meno tempo, specie in un Paese che fa del turismo il proprio fiore all’occhiello.
Soluzioni già applicate nel resto d’Europa sembrano poco percorribili. Gli affitti calmierati, già visti a Berlino, hanno portato nella capitale tedesca a un aumento dei canoni medi. Super bonus e ricorsi all’edilizia popolare, esempi virtuosi per Londra e Vienna, richiedono uno stanziamento di fondi impensabile per il Governo.
Per aumentare l’offerta serve una visione complessiva che – secondo Wikicasa – porti il locatore il più possibile verso il canone concordato, in grado di garantire affitti a prezzi convenienti, stimolando la competizione. La cedolare secca a canone concordato deve essere vantaggiosa per tutti. Oggi, chi può richiedere questo tipo di formula preferisce non farlo, perché è troppo poco profittevole rispetto al ricorso al mercato del canone libero, nonostante una tassazione agevolata al 10%.
Per il portale immobiliare italiano agire sulle tabelle del canone concordato può contribuire a creare un mercato degli affitti più equo e competitivo.All’apparenza può sembrare ambiguo, spiega Wikicasa, ma se venissero rivisti e ritoccati al rialzo i prezzi imposti dal canone concordato, i nuovi prezzi sarebbero più convenienti rispetto alla formula a canone libero per chi cerca una casa in affitto.
Nella stessa misura, i locatori, spinti dall’effetto congiunto di questa misura e della tassazione al 10% potrebbero cercare di sposare sempre di più questa nuova soluzione, preferibile sia ad affitti brevi che a locazioni di lungo termine a canone libero. Adottare queste misure – conclude Wikicasa – potrebbe creare un circolo virtuoso non solo che migliori non solo la qualità dell’offerta, di gran lunga più accessibile, ma anche della quantità.