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Caro energia, Franco: “Bolletta Paese verso 100 miliardi nel 2022”

(Adnkronos) - "Guardando la bolletta energetica del Paese le importazioni nette di energia passano dai 43 miliardi del 2021 ai 100 miliardi che potremmo avere nel 2022 con aumento di circa 60 miliardi, circa 3 punti di Pil, un deflusso di risorse dall'Italia verso i Paesi produttori di energia". Lo ha detto il ministro dell'Economia,…

(Adnkronos) – “Guardando la bolletta energetica del Paese le importazioni nette di energia passano dai 43 miliardi del 2021 ai 100 miliardi che potremmo avere nel 2022 con aumento di circa 60 miliardi, circa 3 punti di Pil, un deflusso di risorse dall’Italia verso i Paesi produttori di energia”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, intervenendo al forum The European House – Ambrosetti di Cernobbio. “Cosa che sostanzialmente azzera l’avanzo che avevamo negli ultimi anni e taglia le risorse a nostra disposizione”. Per Franco “è importante cercare di riportare il prezzo di gas ed energia a livelli sostenibili”.  

PROSPETTIVE ECONOMICHE ITALIA – “Stiamo lavorando a un nuovo decreto, che limiti ancora l’impatto dell’aumento del costo dell’energia sulla nostra economia; decreto che vareremo la settimana prossima” spiega. “Il recente passato, guardando ai dati del secondo trimestre di occupazione e Pil, è stato relativamente buono, ma le prospettive nell’immediato sono problematiche”. “Gli indicatori congiunturali volgono al ribasso. La produzione industriale a giugno ha dato segni di cedimento e abbiamo un’inflazione in aumento”, ha aggiunto. 

“Le cose da fare sono ancora tantissime, serve moltissima concretezza, ma è essenziale andare avanti”. “Io credo che – afferma il ministro – nel tramutare ogni azione di politica economica, occorra avere essenzialmente tre criteri: uno riguarda quali sono le implicazioni per la crescita, cioè come questa misura agisce sul Paese in 5-10-20 anni; in secondo luogo la sua sostenibilità finanziaria, perché una misura che non è sostenibile finanziariamente non va lontano. E terzo, anche se dico una cosa ovvia, la sua realizzabilità concreta”. E dunque, conclude, “crescita, sostenibilità finanziaria e concretezza”. 

“Se avessimo un debito pubblico più basso, avremmo certamente maggiori margini di manovra e di flessibilità. Per riacquisire questi margini è bene che la riduzione del debito prosegua”. “L’anno scorso abbiamo significativamente ridotto il rapporto fra debito e Pil, di 4,5 punti. Anche quest’anno contiamo di ridurre il rapporto di alcuni punti percentuali”, ha spiegato. 

PNRR – “Veniamo da un quarto di secolo di crescita molto anemica. Il vero problema del nostro Paese è crescere stabilmente di più nel medio termine come gli altri Paesi, con tassi di occupazione più alti, tassi di investimento e di produttività più alti. E il Pnrr è cruciale per tutto questo”. “Continuare la realizzazione del Pnrr, credo sia fondamentale; il piano andrà, strada facendo, rivisto e perfezionato e migliorato, ma non credo sia pensabile provare a riscriverlo. Questo sarebbe solo un modo per bloccarne integralmente la realizzazione”. 

Rispetto all’attuazione del Pnrr, spiega il ministro, “vi sono delle difficoltà attuative e sono tante. Innanzitutto, ed è la cosa più importante, il cambiamento che viene richiesto alla nostra Pubblica amministrazione, alla quale viene chiesto di essere in grado di progettare, monitorare e valutare e lavorare su risultati anziché solo sulla regolarità amministrativa”. Un’altra difficoltà “che abbiamo già provato ad affrontare con uno dei decreti, è quella rappresentata dal fatto che i costi di produzione delle opere stanno salendo e quindi dovremmo trovare delle modalità di finanziamento per consentire la realizzazione di tutte le opere”. E dunque, “fermo restando che ogni problema specifico andrà risolto e discusso con la Commissione, il messaggio fondamentale è che il piano sia attuato pienamente nei prossimi anni”. 

 

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