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Cannes 2023, festival al via tra star e polemiche: apre Johnny Depp

(Adnkronos) - Il Festival di Cannes 2023 partirà ufficialmente stasera con la premiere mondiale di Jeanne du Barry di Maïwenn, anche protagonista del film al fianco di Johnny Depp, nei panni di re Luigi XV. I più grandi nomi del cinema internazionale sono attesi in Costa Azzurra per la 76esima edizione della kermesse. Harrison Ford, Leonardo…

(Adnkronos) – Il Festival di Cannes 2023 partirà ufficialmente stasera con la premiere mondiale di Jeanne du Barry di Maïwenn, anche protagonista del film al fianco di Johnny Depp, nei panni di re Luigi XV. 

I più grandi nomi del cinema internazionale sono attesi in Costa Azzurra per la 76esima edizione della kermesse. Harrison Ford, Leonardo Di Caprio e Phoebe Waller-Bridge saranno tra le star che i fan sperano di vedere sul tappeto rosso. I film di maestri come Martin Scorsese, Wes Anderson e Ken Loach sono in anteprima al festival, insieme a tanti altri. L’Italia spera nell’affermazione dei ben tre titoli tricolori in concorso: ‘Rapito’ di Marco Bellocchio, ‘Il sol dell’avvenire’ di Nanni Moretti e ‘La Chimera’ di Alice Rohrwacher.  

Che sulla Croisette si sia tornati ad un clima di “normalità” dopo la pandemia lo dimostra non solo l’evidente ritorno in massa delle star e degli addetti ai lavori ma anche l’esplosione preventiva di polemiche che, come da tradizione, accompagnano qualsiasi grande Festival che si rispetti. Dalla minaccia di un black out da parte di chi protesta contro la riforma francese delle pensioni alle problematiche relative al ticketing per assicurarsi i posti in sala, tutto fa polemica. E il delegato generale Thierry Frémaux ha dovuto fronteggiarne già diverse nelle settimane precedenti, come le recenti dichiarazioni di Adèle Haenel, attrice che nel 2019 era in concorso sulla Croisette con ‘Ritratto di una giovane in fiamme’ di Céline Sciamma, rilasciate in una lettera aperta a Télérama, dove di fatto annunciava il suo ritiro dal cinema, come “atto politico per denunciare la generale indulgenza del settore nei confronti degli aggressori sessuali e il modo in cui questo ambiente collabori con l’ordine mortale, ecocida, razzista del mondo così com’è”. 

Proteste si sono levate anche sulla presenza in apertura di Johnny Depp, che nei mesi scorsi è stato protagonista del celebre processo per “violenze domestiche” ai danni della ex moglie Amber Heard. Su questo Frémaux è stato molto chiaro durante la conferenza stampa tenuta ieri: “Nella mia vita ho una sola regola ed è quella che salvaguarda la libertà di pensiero, di parola e di azione all’interno di un quadro legale. Se Johnny Depp fosse stato bandito dalla recitazione in un film, o il film fosse stato bandito, non saremmo qui a parlarne. Questa controversia è emersa una volta che il film è stato annunciato a Cannes semplicemente perché tutti sapevano che Depp aveva girato un film in Francia. Non so perché l’abbia scelto, ma è una cosa che dovreste chiedere a Maïwenn”. 

Fatto sta, però, che né il nuovo film di Roman Polanski (The Palace) né quello di Woody Allen (Coup de chance, un poliziesco girato a Parigi) sono stati selezionati per questa edizione del Festival: “Quello di Polanski non l’abbiamo visto, quello di Allen l’ho visto senza vederlo”, disse qualche tempo fa lo stesso Frémaux, motivandone così l’esclusione: “Se il suo film venisse proiettato a Cannes, la polemica prenderebbe il sopravvento sia contro il suo film sia contro tutti gli altri film selezionati”. 

L’assenza di registi “problematici” è compensata però da film – diretti da due donne – che qualche ulteriore polemica se la portano dietro: in primis ‘Le retour’ di Catherine Corsini, annunciato in gara solamente dopo qualche giorno rispetto alla conferenza ufficiale che svelava il programma del Festival (l’accusa ipotizzerebbe “molestie” a danni di attori minorenni “costretti” a recitare una scena di masturbazione “inizialmente non prevista”, la difesa – la produzione del film e la stessa Corsini – negano che le cose siano andate effettivamente così), poi ‘L’éte dernier’ di Catherine Breillat, che farà sicuramente parlare di sé per l’argomento che tratta: un’affermata avvocata che inizia una relazione clandestina con il figliastro 17enne.  

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