(Adnkronos) – Dopo la scarcerazione ha convocato gli imprenditori considerati beneficiari di un accordo economico con il clan dei Casalesi e soggetti che avevano usufruito di somme di denaro consegnate in passato, chiedendone la restituzione. E’ uno dei particolari emersi dalle indagini sull’influenza del clan camorristico dei Casalesi nella gestione degli appalti pubblici culminate oggi nell’esecuzione, da parte della Dia, di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti di Nicola Schiavone, 42enne nipote dello storico boss dei Casalesi Francesco Schiavone detto Sandokan, e di Alessandro Ucciero, 52 anni, considerato prestanome al quale Schiavone aveva fittiziamente intestato una società attiva nel settore degli appalti pubblici. La società, secondo quanto emerso dalle indagini, si occupava di lavori edili con la pubblica amministrazione mediante contratti di avvalimento non avendo attestazioni Soa, essendo l’azienda di nuova costituzione. Schiavone e Ucciero sono indagati per i reati di associazione di tipo mafioso, fittizia intestazione dei beni, riciclaggio e autoriciclaggio, questi ultimi aggravati dalle finalità e modalità mafiose.
Nicola Schiavone nel 2019 pubblicizzò attraverso una telefonata anonima alla stampa il suo ritorno sul territorio casertano dopo la sua scarcerazione, un altro dei particolari emersi dalle indagini.