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Cambiamento climatico, “mai così caldo negli ultimi 1.200 anni”

(Adnkronos) - Il cambiamento climatico in corso ha già prodotto un riscaldamento "senza precedenti negli ultimi 1.200 anni". Perfino "il Periodo caldo medievale era più freddo di quanto si pensasse" e dunque più fresco della fase che viviamo. E' questa, in sintesi, la conclusione di uno studio internazionale coordinato da Marco Carrer dell'università degli Studi…

(Adnkronos) – Il cambiamento climatico in corso ha già prodotto un riscaldamento “senza precedenti negli ultimi 1.200 anni”. Perfino “il Periodo caldo medievale era più freddo di quanto si pensasse” e dunque più fresco della fase che viviamo. E’ questa, in sintesi, la conclusione di uno studio internazionale coordinato da Marco Carrer dell’università degli Studi di Padova e da Georg von Arx dell’Istituto federale svizzero di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl). Un responso messo nero su bianco sulla rivista ‘Nature’ e che ci arriva dagli alberi: per la precisione da 188 pini silvestri, i cui anelli raccontano appunto la ‘storia meteorologica’ di circa 1.200 anni.  

“Il Medioevo e i secoli successivi sono stati turbolenti anche dal punto di vista climatico”, ricordano gli scienziati. “Non solo si è verificata la famosa Piccola era glaciale, ma anche il suo opposto” e cioè “il Periodo caldo medievale. Quest’ultimo ha rappresentato una fase di insolito riscaldamento, ma è sempre stato un rompicapo per i ricercatori poiché le ricostruzioni climatiche prodotte finora con gli anelli degli alberi sembravano indicare temperature anche più elevate di quelle attuali. Non esisteva però una spiegazione fisica plausibile in grado di giustificare tale riscaldamento eccezionale. I modelli climatici, infatti, indicano per il Periodo caldo medievale temperature sì miti, ma non così elevate”. 

“Le ricostruzioni climatiche precedenti – spiega Carrer del Dipartimento Territorio e Sistemi agro-forestali UniPd – si basavano sull’ampiezza o densità degli anelli degli alberi. Tali misure dipendono molto dalla temperatura, ma a volte subentrano altri fattori in grado di influire sull’ampiezza o densità di un anello”. Ora, “insieme ad altri ricercatori, abbiamo prodotto una nuova ricostruzione climatica basata su un metodo innovativo e particolarmente preciso per estrarre dagli alberi informazioni sulle temperature pregresse”. E “a differenza dei lavori precedenti, i nuovi risultati portano alla stessa conclusione dei modelli climatici: il Periodo caldo medievale, almeno per la Scandinavia, area da cui provengono gli alberi studiati, era più freddo di quanto si pensasse. Il riscaldamento attuale è quindi probabilmente al di fuori dell’intervallo di fluttuazioni naturali delle temperature negli ultimi 1.200 anni”.  

Per questo studio – descrive una nota dell’ateneo di Padova – è stato utilizzato un nuovo metodo che permette di misurare direttamente lo spessore delle pareti delle cellule del legno. “Ogni singola cellula in ogni anello – sottolinea Jesper Björklund del Wsl, primo autore del lavoro – registra informazioni climatiche relative al momento della sua formazione. Analizzando centinaia, talvolta migliaia di cellule per anello, è possibile ottenere informazioni climatiche straordinariamente precise”.  

Per questa indagine, dunque, i ricercatori hanno misurato le pareti cellulari di 50 milioni di cellule provenienti da 188 pini silvestri (Pinus sylvestris), vivi e morti, i cui anelli coprono un periodo di circa 1.200 anni. Sulla base delle misurazioni effettuate, gli scienziati hanno ricostruito le temperature estive nella regione e le hanno confrontate sia con le simulazioni dei modelli climatici regionali sia con le precedenti ricostruzioni basate sulla densità degli anelli annuali. “Il risultato è chiaro”, decretano: “Le temperature dei modelli e di quelle ricostruite dalle cellule legnose coincidono”. Perciò “ora – commenta von Arx – ci sono due fonti indipendenti che indicano come le temperature medievali fossero più basse di quanto si pensava in precedenza. All’opposto, si conferma che il riscaldamento attuale è senza precedenti, almeno nell’ultimo millennio”.  

Se da una parte “questi risultati contribuiscono ad avere fiducia nelle proiezioni dei modelli climatici”, dall’altra, avverte Carrer, sottolineano “il ruolo chiave delle attività antropiche nel determinare la fase di riscaldamento che stiamo sperimentando attualmente”. 

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