(Adnkronos) – Sono scappati dalla guerra in Ucraina, ma hanno trovato la morte a bordo del bus precipitato dal cavalcavia vicino alla stazione di Mestre. È la storia drammatica di due famiglie legate tra loro, provenienti da una delle zone più calde del conflitto, vicino al confine con la Russia. Dopo l’invasione nel febbraio 2022 avevano trovato rifugio in Croazia. Poi la decisione di partire insieme per una breve vacanza a Venezia, due o tre giorni di soggiorno al campeggio Hu, con bimbi e nonni. “Erano otto persone, ne sono rimaste tre. Una tragedia che si fa fatica a comprendere perché il dolore e la sofferenza che anima queste persone è indicibile ed esige rispetto”, ha detto il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, lasciando l’ospedale dell’Angelo di Mestre, dopo aver accompagnato il console generale d’Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, nella visita ai parenti di vittime e feriti.
Tra loro c’era anche un papà, rimasto in Croazia mentre la sua famiglia era in viaggio a Venezia: sul bus ha perso la figlia e gli suoceri, la moglie invece è ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Mestre. “L’ho incontrato, è disperato. Sua moglie è viva, ma hanno perso la bimba”, ha detto il console.
Quello degli ucraini è il bilancio delle vittime più pesante: in 9 sono morti sul bus, 5 i feriti, tra cui una bambina di 4 anni ricoverata in condizioni gravissime al reparto grandi ustionati dell’ospedale di Padova, mentre sua madre è in terapia intensiva a Treviso.
“Siamo in contatto con la famiglia in Ucraina, la situazione è molto grave”, ha raccontato il console. I problemi per queste famiglie, provenienti dalle zone di Kherson e Donetsk, sono doppi: la guerra da una parte, la strage del bus di Mestre dall’altra. “Ieri abbiamo chiamato dei parenti delle vittime in Ucraina e a causa dei bombardamenti la linea telefonica è caduta proprio mentre gli davamo la notizia della morte dei loro cari”, racconta commosso Kartysh. Poi una constatazione amara: “Sono fuggiti dalla guerra, per morire su un bus”.