(Adnkronos) – “Io invito tutti ad andare a votare con la maglietta verde e giallo, quello che le Forze armate possono garantire è che votare in giallo e verde sarà garantito”. Così Jair Bolsonaro, a pochi giorni dal primo turno delle presidenziali all’inzio di ottobre, aveva minacciato di schierare l’esercito nei seggi dove non si sarebbe permesso ai suoi sostenitori di andare a votare indossando la maglietta della nazionale carioca, che ora è diventato il vessillo e il simbolo identitario dei sostenitori dell’ex presidente di estrema destra che hanno dato l’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile.
Tanto che la Federcalcio brasiliana ha diffuso una nota in cui condanna l’uso “in atti antidemocratici e vandalici” della maglia della Selecao. “La maglia della nazionale brasiliana è un simbolo della gioia del nostro popolo. È per rallegrare e amare il Paese”, si legge in una nota della Cbf, che si definisce “un’entità apartitica e democratica” e incoraggia a usare la maglia “per unire e non per dividere i brasiliani”.
In realtà la maglia della nazionale del Brasile da tempo è la divisa di ordinanza dei sostenitori di Bolsonaro in comizi e manifestazioni. Tanto che ormai i suoi colori hanno perso il connotato di sentimento nazionale, o amore per i verdeoro, e sono diventati il simbolo del movimento di estrema destra guidato dal presidente.
Come risultato, molti sostenitori della nazionale, ma non di Bolsonaro, “si vergognano di indossare i colori giallo-verdi ed essere associati al bolsonarismo”, prima del voto Sergio Coutinho, storico della Universidad Nacional di Brasilia, riferendosi al fatto che molti brasiliani appassionati di calcio hanno deciso di “non indossare più gli amati colori per non apparire come un sostenitore del presidente di estrema destra”.
“I sostenitori del presidente si sono appropriati della bandiera nazionale seguendo la vecchia tradizione anticomunista”, aggiungeva lo storico, ricordando come i colori verde e giallo furono usati nelle prime decadi del 20esimo secolo, contro la sinistra radicale, e anche durante la dittatura militare tra il 1964 e il 1986. E ricordava come uno degli slogan dei sostenitori di Bolsonaro è “la nostra bandiera non sarà mai rossa”.
Nonostante questo, la maglia degli oroverdi, gloria e orgoglio dell’intera nazione per i successi calcistici in tutto il mondo, è sempre stata amata e rispettata da tutti i brasiliani. La situazione è iniziata a cambiare nel 2013, con le massicce proteste anticorruzione contro Dilma Roussef, la presidente di sinistra succeduta a Lula, culminate con la sua destituzione. La maggioranza dei partecipanti alle proteste indossava la maglietta della nazionale.
Poi quando Bolsonaro fece irruzione con forza nella scena politica, alleato di un piccolo partito liberale senza colori propri, vi fu la vera e propria appropriazione dei colori nazionali: “Il mio Partito è il Brasile”, fu lo slogan con cui si impose il leader di estrema destra.