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Bce lascia tassi fermi, primo rialzo a luglio

(Adnkronos) - Come previsto, nella riunione di giugno il Consiglio direttivo della Bce ha tenuto - per l'ultima volta - i tassi fermi ma ha anche, sulla base delle nuove stime macroeconomiche, "deciso di compiere ulteriori passi nella normalizzazione della propria politica monetaria", parole che indicano l'atteso rialzo nel meeting di giugno, dopo la conclusione…

(Adnkronos) – Come previsto, nella riunione di giugno il Consiglio direttivo della Bce ha tenuto – per l’ultima volta – i tassi fermi ma ha anche, sulla base delle nuove stime macroeconomiche, “deciso di compiere ulteriori passi nella normalizzazione della propria politica monetaria”, parole che indicano l’atteso rialzo nel meeting di giugno, dopo la conclusione formale dell’ultimo programma di acquisti (l’App) a partire dal primo luglio. 

A spingere l’Eurotower verso il primo rialzo, ovviamente, “l’inflazione elevata” che “è una sfida importante per tutti noi”. Le nuove stime prevedono un’inflazione annua al 6,8% nel 2022, prima di un netto calo al 3,5% nel 2023 e al 2,1% nel 2024, un valore superiore a quello delle proiezioni di marzo. “Ciò significa – si sottolinea – che l’inflazione nominale alla fine dell’orizzonte di proiezione dovrebbe essere leggermente al di sopra dell’obiettivo del Consiglio direttivo. L’inflazione al netto di energia e cibo dovrebbe raggiungere una media del 3,3% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e del 2,3% nel 2024, anche questi al di sopra delle proiezioni di marzo”. 

Revisione al ribasso invece per la crescita che – anche per via delle tensioni causate dalla “aggressione ingiustificata della Russia nei confronti dell’Ucraina” – è ora prevista al 2,8% nel 2022, al 2,1% nel 2023 e al 2,1% nel 2024. Rispetto alle proiezioni di marzo, le prospettive del Pil reale sono state riviste in modo significativo al ribasso per il 2022 e il 2023 , mentre per il 2024 è stato rivisto al rialzo. 

Il Consiglio direttivo ha escluso la possibilità “di un aumento dei tassi per 50 punti a luglio, perché dopo 11 anni di ‘non interventi’ al rialzo, è buona pratica, seguita dalla maggior parte delle banche centrali, iniziare con aumento graduale, consistente ma non eccessivo, che indichi un percorso”, ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde, aggiungendo che dopo il primo rialzo “vogliamo anche osservare come opereranno i mercati”. 

Quanto alla “politica di reinvestimento dei titoli acquistati nei programmi Pepp ed App ne discuteremo in seguito, oggi in Consiglio non abbiamo affrontato” questo tema. Peraltro, conclude, in Consiglio “alcuni sono interessati non solo alla flessibilità dei reinvestimenti su tempi e giurisdizioni ma anche a come possiamo sostenere il finanziamento dei fabbisogni per gli interventi contro il cambiamento climatico”. 

“La politica monetaria sta contribuendo a tutelare” le economie dell’eurozona “dagli effetti degli choc” come la guerra in Ucraina, ha detto ancora Lagarde nella dichiarazione introduttiva alla conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio direttivo. Tuttavia, ha aggiunto, “i rischi restano al rialzo” soprattutto se “le aspettative di inflazione dovessero assestarsi a livelli superiori” a quelli desiderati. 

“Vogliamo essere sicuri che non ci sia una frammentazione” dei mercati che impedisca “la corretta trasmissione della nostra politica monetaria”, ha sottolineato la presidente della Bce. A questo scopo,ha spiegato, non solo “abbiamo strumenti già esistenti ed utilizzati in passato come la possibilità di reinvestimento dei titoli acquistati, con totale flessibilità, ma se necessario potremmo dispiegare anche nuovi strumenti che fossero disponibili”. 

“Sebbene i governi siano intervenuti e abbiano contribuito a rallentare l’inflazione energetica, i prezzi dell’energia sono del 39,2 per cento al di sopra dei livelli di un anno fa. Gli indicatori basati sul mercato suggeriscono che i prezzi globali dell’energia rimarranno elevati nel breve termine, ma poi si ridurranno in una certa misura”, ha detto ancora Lagarde. 

“Non ci aspettiamo un effetto immediato sull’inflazione del primo rialzo dei tassi; non possiamo attenderci conseguenze già il 22 luglio, ma queste sono decisioni che hanno un impatto di lungo termine”, ha spiegato ricordando che “i costi di finanziamento sono già notevolmente aumentati e il segnale che diamo oggi continuerà ad avere effetto su questo” processo. Il rialzo dei tassi atteso a luglio “non è un passo in avanti ma un percorso” in “un viaggio”: “Vogliamo indicare a chi crea le aspettative dei mercati che siamo determinati a raggiungere il nostro target del 2%” di inflazione nel medio termine.  

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