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Basta violare lo statuto del contribuente, va inserito in Costituzione

(Adnkronos) - Troppe deroghe allo statuto del contribuente, è arrivato il momento di inserirlo nella Costituzione, per evitare "che l’interesse fiscale prevalga sulle garanzie del cittadino". Lo chiede la Lega, con una proposta di legge costituzionale presentata alla Camera, primi firmatari il presidente della commissione Attività produttive, Alberto Gusmeroli, e il capogruppo, Riccardo Molinari.  Concretamente…

(Adnkronos) – Troppe deroghe allo statuto del contribuente, è arrivato il momento di inserirlo nella Costituzione, per evitare “che l’interesse fiscale prevalga sulle garanzie del cittadino”. Lo chiede la Lega, con una proposta di legge costituzionale presentata alla Camera, primi firmatari il presidente della commissione Attività produttive, Alberto Gusmeroli, e il capogruppo, Riccardo Molinari.  

Concretamente il Carroccio punta a modificare l’articolo 53 della Carta (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”), aggiungendo un ulteriore comma, in base al quale “la legge definisce lo statuto dei diritti del contribuente, che costituisce l’ordinamento generale tributario e regola i rapporti tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria secondo i principi della leale collaborazione e della buona fede, nonché della chiarezza, della semplicità e dell’irretroattività delle norme”. 

“Lo statuto dei diritti del contribuente, approvato con legge 27 luglio 2000, n. 212, rappresenta, nei propositi del legislatore, un vero e proprio codice di condotta dell’Amministrazione finanziaria: una normativa generale -ricordano gli autori della proposta di legge- che, nel ribadire i principi di certezza giuridica del sistema tributario, disciplina la produzione legislativa in materia fiscale, diminuisce le aree di discrezionalità dell’Amministrazione finanziaria e, al tempo stesso, consente al contribuente di far valere i propri diritti nel procedimento amministrativo”. 

“Tuttavia, negli ultimi anni, anche in mancanza del rango costituzionale” di queste disposizioni, “se pur valorizzate nella loro applicazione da parte della giurisprudenza, si è assistito a continue deroghe da parte del legislatore, a discapito di quei principi che rappresentano diritti per il contribuente e precisi doveri dell’Amministrazione. Il problema che si pone è, allora, quello di tradurre tali enunciati in imperativi non derogabili, così da escludere il rischio che l’interesse fiscale prevalga sulle garanzie del cittadino nel procedimento di attuazione del tributo”. 

“Pertanto, in considerazione soprattutto dell’attuale momento storico e in vista di una profonda riforma fiscale”, secondo la Lega è necessario “che lo statuto dei diritti del contribuente divenga un punto di riferimento fermo ed imprescindibile per il legislatore nell’interesse e nel rispetto dei contribuenti, nonché degli operatori del settore tributario e della certezza normativa di cui il Paese ha necessità”. Di qui la proposta di inserire nell’articolo 53 della Costituzione “i principi enucleabili dallo statuto dei diritti del contribuente”.  

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