(Adnkronos) – La famiglia di un badante di origine straniera non vaccinato e morto per covid lo scorso anno chiede un milione e 200 mila euro al suo datore di lavoro, un 83enne ravennate vaccinato che si è salvato, perché lo ritengono fonte di contagio. La vicenda, come riportato dal Resto del Carlino, approderà domani davanti al giudice civile Dario Bernardi. I familiari del badante si sono rivolti al tribunale di Ravenna per arrivare ad accertare che il decesso per covid-19 era giunto a causa di violazioni in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Tre le parti citate: oltre al datore di lavoro anche l’Inail e l’assicurazione dell’83enne.
Secondo il datore di lavoro il suo collaboratore domestico era contrario al vaccino e non aveva mai fatto mistero di questa sua posizione. In questo modo avrebbe anzi potuto lui stesso poter contagiare tanto che i figli dell’anziano avevano più volte manifestato la loro preoccupazione in proposito ma la risposta del badante era che il vaccino non lo avrebbe protetto dal rischio contagio e, per quanto riguarda lui stesso, si sentiva forte e in buona salute tanto che il covid non gli faceva paura. Altra questione sollevata ha riguardato i metodi di cura del domestico ritenuti alternativi in quanto costituiti in principio da erbe medicinali e infusi e poi seguiti da antipiretici. Ma dato che la febbre non svaniva, erano stati proprio i figli dell’anziano a insistere per fare intervenire i medici dell’Usca (le unità speciali di continuità assistenziale) i quali si erano infine risolti a portare il badante in pronto soccorso.