(Adnkronos) – E’ stata arrestata Daria Trepova, la donna ricercata dalle autorità russe in relazione alla morte del blogger militare Vladlen Tatarsky, ucciso ieri a San Pietroburgo. Le autorità russe hanno diffuso un video nel quale Daria Trepova, 26 anni, afferma di aver consegnato una statuetta esplosiva al blogger. Nel video dell’interrogatorio condotto dalle forze di sicurezza russe, postato sul sito del ministero degli Affari interni di Mosca, la donna dice di aver “portato lì una statuetta, che è esplosa”. Alla domanda sul motivo per cui era stata arrestata, Trepova ha risposto: ”Direi, per essere stata sulla scena dell’omicidio di Vladlen Tatarsky. Ho portato lì questa statuetta, che è esplosa”.
Ma chi c’è dietro l’omicidio di Tatarsky, il cui vero nome era Maksim Fomin?
RUSSIA – Le autorità russe hanno accusato oggi i servizi speciali ucraini della pianificazione dell’attentato. La Commissione nazionale antiterrorismo ha pubblicato una dichiarazione sulla sua pagina web in cui afferma che “è stato stabilito che l’azione terroristica compiuta il 2 aprile a San Pietroburgo contro il noto giornalista Vladlen Tatarski è stata pianificata dai servizi speciali ucraini”. Inoltre si allude alla partecipazione al complotto di persone che collaborano con il cosiddetto Fondo anticorruzione Navalny, creato nel 2011 dal dissidente russo. La sospetta arrestata, Daria Trepova, “è una persona che lo appoggia attivamente”.
”Il regime di Kiev sostiene il terrorismo” ed ”è molto probabilmente dietro l’assassinio di Fomin”, ha detto in conferenza stampa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “La Russia sta affrontando il regime di Kiev. Questo è il regime che sostiene le azioni terroristiche, questo è il regime che sta dietro l’omicidio di Darya Dugina, questo è il regime che è molto probabilmente dietro l’assassinio di Fomin, dietro l’attacco terroristico a San Pietroburgo, dietro le uccisioni di persone da molti anni, a partire dal 2014, motivo per cui è in corso un’operazione militare speciale”, ha affermato Peskov.
CAPO DI WAGNER – Il capo dell’esercito privato russo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ritiene che ci sia un gruppo di estremisti, e non il governo di Kiev, dietro l’assassinio di Vladlen Tatarsky.
ISW – Secondo gli analisti dell’American Institute for the Study of War (ISW), l’uccisione del blogger Tatarsky può essere intesa come un monito al capo del gruppo Wagner, Prigozhin. Gli analisti scrivono che “l’uccisione di Fomin in un bar legato a Wagner a San Pietroburgo potrebbe rivelare ulteriori fratture nel Cremlino e nella sua cerchia ristretta”. L’assassinio di Fomin – sottolinea l’Isw – potrebbe essere la prova che la tolleranza di Vladimir Putin per i blogger militari si sta “generalmente indebolendo”, ma potrebbe anche essere il risultato della “vicinanza di Fomin e Prigozhin”. “L’omicidio di Fomin nel bar di Prigozhin è probabilmente parte di una più ampia escalation di conflitti interni russi che coinvolgono il gruppo Wagner. Fomin era un critico del comando militare russo e del ministero della Difesa russo”.
GALASSIA CANALI Z SU TELEGRAM – La galassia dei canali Z su Telegram è da ieri sera in piena attività con commenti, accuse e documenti, come un breve video della confessione di Daria Trepova. Nel video Trepova risponde alla domanda su chi le ha dato la statua da consegnare a Fomin, chiedendo se può dirlo più tardi.
Molti dei commenti puntano il dito contro la Fondazione anti corruzione di Aleksei Navalny per spiegare l’attentato contro Fomin. “E’ una piattaforma terroristica già pronta con una vasta rete di cellule dormienti e complici e attivisti. La domanda è: quando potremo iniziare a eliminarne il maggior numero possibile senza arresti?”, si chiede “Troika”, che vanta 217mila iscritti.
Anche il canale Rybar, con più di un milione di follower, accusa la Fondazione anti corruzione di Navalny, oltre che la Soros, “punte dell’iceberg” che agiscono “su comando dei servizi occidentali e dei nazisti di Kiev”. Quinta colonna, prosegue, che agisce di concerto con la sesta che si maschera ancora da putinisti e lealisti e patrioti. Viene quindi invocata “una pulizia sistematica degli organi dello Stato e della società, non solo della quinta colonna, ma anche della sesta. Dobbiamo sconfiggere il liberalismo, almeno in Russia”.
“Il fallimento nella fase iniziale dell’operazione militare speciale ha consentito all’intero mondo Occidentale di essere coraggiosamente coinvolto nella guerra. Ora siamo davvero soli contro l’intera Nato collettiva. E fino a che non capiremo che siamo in guerra, non ci sarà vittoria”, afferma un autore che ricorda di aver conosciuto Maksim online “molto tempo fa, quando il suo canale aveva solo un paio di migliaia di abbonati”, ricorda “Zapirski Veterana”, blogger con 304mila iscritti
“Si lamentava perché il comando non approvava le sue attività di blogging, dicendo che forse avrebbe smesso. Ma se ha continuato a fare quello che faceva, voleva dire che accettava le regole del gioco. La guerra è al fronte, c’è una guerra fra servizi speciali, guerra di informazione, guerra ideologica, e guerra dentro ognuno di noi”, aggiunge il blogger. L’unico modo per prevenire attacchi terroristici è “guerra totale di annientamento, completa distruzione del nemico” si legge su “Soldatskaya Pravda”, 40mila iscritti.
‘Zona grigia’ invece, 479mila iscritti, pubblica un video di Yevgeny Prigozhin da Bakhmut, dove i mercenari Wagner hanno issato le bandiere russe e della compagnia sull’edificio dell’amministrazione comunale, e cita la memoria “del corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky”.