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Amazon investe sulla salute a domicilio, è il modello del futuro?

(Adnkronos) - I primi passi concreti, negli Stati Uniti, li sta già facendo. Amazon investe nella salute e punta con decisione al business dell'assistenza medica a domicilio. La notizia, rivelata dal Wall Street Journal, è che la creatura di Jeff Bezos è in corsa per acquisire Signify Health, multinazionale texana che fornisce personale e tecnologia…

(Adnkronos) – I primi passi concreti, negli Stati Uniti, li sta già facendo. Amazon investe nella salute e punta con decisione al business dell’assistenza medica a domicilio. La notizia, rivelata dal Wall Street Journal, è che la creatura di Jeff Bezos è in corsa per acquisire Signify Health, multinazionale texana che fornisce personale e tecnologia ad hoc.  

Non è detto che arrivi all’acquisizione, perché deve superare la concorrenza di UnitedHealth, gigante delle polizze mediche, e di Cvs, la più grande catena di farmacie americana. Ma è un ulteriore tassello che si cerca di aggiungere a un mosaico già in costruzione, vista la recente acquisizione di 1Life Healthcare, una catena di cliniche di San Francisco. Oltre all’espansione in un mercato ricco e in continua crescita, come quello dell’healthcare, la posta in gioco riguarda anche i dati sensibili di milioni di pazienti, che per Amazon sono evidentemente una gigantesca opportunità.  

Quello che avviene negli Stati Uniti, pur considerando un mercato strutturalmente diverso, può aprire la strada a uno sviluppo globale. Succede spesso, anche in altri settori. In questo caso, la domanda è se questo modello sia replicabile in Europa, e in Italia. Le risposte, raccolte da Adnkronos Salute, sono significative.  

La sanità a domicilio, la tele assistenza: la possibilità di gestire le cure, in presenza o da remoto, attraverso la tecnologia, rappresentano “un processo ormai imprescindibile, che viene da lontano” e che, in questi anni di pandemia, “ha fatto un balzo avanti. Non c’è da scandalizzarsi se, in un sistema sanitario basato sul privato come quello degli Stati Uniti un colosso come Amazon voglia puntare su questo settore”. Anche in altre aree del Pianeta, in particolare “India e Cina sono a buon punto in questo settore ma è lo Stato a gestirlo”, spiega Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e professore ordinario di Igiene all’università Cattolica.  

Tutto questo non deve spaventare. “I medici o gli operatori sanitari non verranno certo sostituiti dalle macchine ma le organizzazioni che non si servono di macchine verranno sostituite da organizzazioni che si servono di tecnologie”, precisa. “Il Covid ha accelerato l’evidenza scientifica dell’utilità della teleassistenza – continua – dando ulteriore propulsione ad una dinamica in atto di crescita. La Cina e l’India, come Paesi, hanno le idea molto chiare sul tema, con strategie pubbliche avanzate. Gli Usa non hanno un programma pubblico e quindi il vuoto viene riempito dalle aziende, come Amazon appunto. In ambedue i casi l”appetito’ nei confronti dei dati dei cittadini è importante ed è un elemento da non trascurare, con le molte implicazioni socio-politiche che ha”, aggiunge Ricciardi, precisando che “sui tratta di modelli differenti, non demonizzo l’uno o l’altro”. In questo scenario, “l’Europa si sta muovendo con grande decisione per avere un suo programma e un suo modello specifico, legato anche alla sua cultura della privacy. Purtroppo, rispetto alle attività europee, l’Italia è in enorme ritardo”.  

Altrettanta cautela arriva dai medici. “L’evoluzione negli Usa del ‘mercato’ delle cure domiciliari e dei diversi servizi sanitari al cittadino a cui sono interessati colossi del privato come Amazon dimostrano ancora una volta che siamo molto fortunati ad avere un servizio sanitario nazionale come il nostro, il cui obiettivo è esclusivamente la salute”, commenta il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli.  

“Nel nostro sistema – aggiunge – si tende a garantire le cure domiciliari e il Pnrr punta a portare questo tipo di assistenza, che oggi rappresenta il 4% delle cure erogate, al 10%, gratuitamente senza costi per i cittadini. Questo vuol dire che sistemi come quello italiano, basati sulle cure primarie riescono a fornire ai cittadini un tipo di assistenza che non ha limitazioni economiche. Con Amazon e le altre catene che si contendono il mercato americano della salute, comunque il servizio si paga”.  

Le cure domiciliari, in ogni caso, “si svilupperà enormemente in futuro, non solo l’assistenza medica, anche quella infermieristica e quella farmaceutica su cui credo che Amazon punti particolarmente. Il sistema privato non va certo demonizzato ma, se guardiamo alla globalità della risposta di assistenza, i nostri indicatori di salute sono molto alti. E, a parità di costo, siamo ai primi posti per efficacia”, rivendica Anelli.  

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