(Adnkronos) – Chiara Ferragni sul piede di guerra per difendere il diritto all’aborto. L’influencer in una storia su Instagram se la prende con Fratelli d’Italia che, a suo dire, governando le Marche, rendono impossibile in quella regione l’interruzione volontaria di gravidanza. Ma Fdi, attraverso Isabella Rauti ed Eugenia Roccella, smentisce: “Se la stampa e le influencer vogliono occuparsi seriamente dell’aborto nella regione Marche, dovrebbero informarsi sulla base dei dati e consultare le relazioni annuali al Parlamento sulla legge 194. Per esempio, leggendo l’ultima firmata dal ministro Speranza si evince che nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%”, replicano Rauti e Roccella.
“Per quanto riguarda gli obiettori, il numero di aborti a carico dei medici non obiettori è 0,8 aborti a settimana, non sembra quindi che l’obiezione di coscienza, diritto civile previsto dalla legge 194, sia un ostacolo. Per quanto riguarda il cosiddetto ‘aborto chimico’ (pillola RU486), invece – sottolineano Rauti e Roccella – va ricordato che le linee guida del Ministero non sono vincolanti (infatti l’Emilia Romagna ne ha sempre avute di proprie, diverse da quelle nazionali); e soprattutto che quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la stessa legge 194, quando prevedono che l’aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere”. “È doveroso ricordare anche – concludono – che la pillola Ru486 è un aborto più economico per il servizio sanitario ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta, come emerge dalla letteratura scientifica in materia”.