(Adnkronos) – Diventa un caso la piattaforma della manifestazione contro la violenza sulle donne di domani, 25 novembre, a Roma e Messina. Il documento di ‘Non una di meno’ spazia oltre il tema del corteo: reddito di cittadinanza, ponte sullo Stretto, Palestina libera. Sul Medio Oriente le posizioni più nette: “Lo stato Italiano deve smetterla di essere complice di genocidi in tutto il mondo e schierandosi in aperto supporto dello stato coloniale di Israele, appoggia di fatto il genocidio in corso del popolo palestinese”. E ancora chiede “un chiaro posizionamento in favore del popolo palestinese e della sua liberazione e una visione antimilitarista che ci permetta di evidenziare come i conflitti armati siano l’espressione più terribile della violenza patriarcale”.
Tanto basta perché le opposizioni, pure a favore della manifestazione, si dividano. C’è la condivisione di Nicola Fratoianni: “Contro la violenza sulle donne sarò oggi in piazza a Perugia. Aderiamo alla piattaforma nazionale di ‘Non una di meno'”.
Quanto al Pd sarà in piazza con una delegazione mentre è in forse la presenza di Elly Schlein impegnata al congresso di Sinistra Italiana a Perugia. La segretaria rivendica la vicinanza al tema della manifestazione, ma allo stesso tempo ribadisce “la posizione chiara e senza ambiguità” dei Dem sul Medio Oriente: “Il Pd ha sempre partecipato e parteciperà anche domani. Il Pd ha portato 50mila persone in piazza su una posizione chiara e senza ambiguità sul Medio Oriente. Io sono a Perugia al mattino, se farò in tempo parteciperò volentieri come ho sempre fatto. Ma non userei in modo strumentale questo appuntamento”.
“A chi domani andrà alla manifestazione dico che è una vergogna che in quel documento di piattaforma programmatica abbiano parlato di colonizzazione di Israele che reprime le donne palestinesi. Se c’è qualcuno che ha violentato, stuprato, distrutto la vita di donne israeliane e palestinesi sono i macellai terroristi di Hamas che debbono essere condannati senza se e senza ma”, dice Matteo Renzi al Festival de Linkiesta.
Per Calenda la strumentalizzazione è quella di ‘Non una di meno’ sulla manifestazione di oggi: “Decine di migliaia di persone, tra cui tutta la mia famiglia dai nonni ai bambini, si preparavano ad andare a una manifestazione che credevano organizzata per ragioni diverse. Strumentalizzare così un grande moto spontaneo di solidarietà e vicinanza alla causa femminista, non è giusto e non è corretto”.
E aggiunge: “Questa non è la piattaforma di una manifestazione contro la violenza sulle donne e per una società meno maschilista e più equa. Questa è la piattaforma di un collettivo di estrema sinistra antisraeliano e filo Hamas (notoriamente sostenitore dei diritti delle donne)”.
Più Europa sceglie una via ‘diplomatica’: partecipazione al corteo di oggi insieme all’adesione all’appello di Liberation “per riconoscere che l’attacco del 7 ottobre è stato anche un attacco contro le donne israeliane, uccise, rapite, stuprate e torturate dai miliziani di Hamas”.
Una sottolineatura che ha fatto anche la vicepresidente Pd del Parlamento europeo, Pina Picierno: “Il 7 ottobre Hamas durante le azioni nei kibbutz ha ucciso e stuprato. Gli esiti delle autopsie e delle refertazioni mediche che ho letto in queste settimane sono terribili. Queste donne israeliane, le loro storie, le violenze subite sono state escluse dal dibattito femminista”. I componenti Pd della commissione di Vigilanza hanno scritto ai vertici Rai per chiedere la diretta della manifestazione di oggi.