In virtù del voto contrario alla risoluzione sulle forniture militari a Kiev da parte del governo italiano, il senatore lucano Vito Petrocelli, presidente M5s della commissione Esteri del Senato è finito più volte nei giorni scorsi agli onori della stampa nazionale.
Un’idea solida la sua, motivata da un convinto disaccordo circa la scelta del premier Draghi e avallata da tutte le forze di maggioranza, Movimento 5 stelle incluso, salvo alcune perplessità da parte di alcuni grillini.
Ne è nata una polemica con Fratelli d’Italia e Italia Viva che hanno animato la richiesta di dimissioni che Petrocelli ha rigettato non ritenendo ci fossero le condizioni. Era stata proprio la renziana Laura Garavini, vicepresidente della Commissione esteri del Senato, tra le prime a chiederle.
Intanto l’ex premier Giuseppe Conte, leader del movimento tra l’altro in fase di ricorrenza ad un ricorso, ha preferito non prendere alcun provvedimento sostenendo che nei lavori da presidente di commissione il parlamentare lucano ha esercitato in modo imparziale il suo ruolo e poi in aula ha esercitato la sua scelta personale.
Tra l’altro, pur volendo era impossibile per il già premier comminare sanzioni in assenza dello statuto.
Petrocelli ha tenuto a rimarcare che «il voto alla risoluzione non è voto di fiducia al governo richiamandosi sia all’articolo 11 della Costituzione (L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo) che ai principi fondamentali del Movimento». Petrocelli, geologo di professione, alla seconda legislatura consecutiva, siede tra i banchi di Palazzo Madama dal 2013, eletto in entrambi i casi in qualità di capolista. Residente a Matera, ha trascorso gli anni della giovinezza nel liceo a Policoro in cui viveva con la famiglia.
Italia viva, intanto, sul suo portale ufficiale ha lanciato una petizione per sostenere la richiesta di dimissioni di Petrocelli. «Chiediamo che il presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, si dimetta. Ha compiuto un gesto gravissimo, votando contro la mozione bipartisan con la quale tutte e due le Camere – incluso il suo partito – hanno deciso l’invio di aiuti all’Ucraina. La Russia sta bombardando e facendo vittime civili. Il popolo ucraino ha chiesto aiuto all’Europa. E l’Italia ha fatto una scelta chiara: aiutare attivamente la resistenza e condannare la guerra. Non possono esserci ambiguità su questo. Il senatore Petrocelli, votando contro, non solo ha sconfessato la linea del Ministro degli Esteri, ma si è macchiato di un gesto che non è all’altezza della solidarietà dimostrata dal nostro Paese».