Acquedotto pugliese ha tempestivamente individuato e posto fuori esercizio la tubatura che questa mattina, rompendosi, ha causato l’allagamento di via Gentile, inducendo il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a disporre il divieto di balneazione nell’area a sud del capoluogo, nella zona di Torre del Diavolo.
A cedere, spiegano da Aqp, «è stata la vecchia linea, che prossimamente sarà oggetto di un intervento di sostituzione totale. L’altra premente (più recente e già ammodernata in buona parte), sulla quale si verificò ad inizio agosto una rottura accidentale, funziona regolarmente e non è stata interessata da ulteriori problemi».
Per individuare la rottura della tubatura a servizio dell’impianto, che raccoglie anche le acque meteoriche di circa il 50% della città inviandole al depuratore di Bari Est, è stato necessario attivare per circa 10 minuti lo scarico di emergenza.
Per la chiusura del cantiere, comprensivo del ripristino della viabilità in via Gentile, Acquedotto pugliese sta valutando la disponibilità dei pezzi speciali di ricambio: se non si riuscissero a installare entro 24-48 ore, l’intervento di sostituzione (per poter contare sulla vecchia linea in caso di necessità) «sarà posto in essere in altra data e la viabilità ripristinata nell’attesa».
A seguito del post pubblicato da Antonio Decaro su facebook, nel quale lamenta le continue problematiche relative agli allagamenti in città, Aqp precisa che «tutto lo schema della città è in corso di rivisitazione, dai depuratori alle condotte sottomarine, agli impianti di sollevamento e alla rifunzionalizzazione delle reti. Oggetto di intervento con 5 milioni di euro sarà la nuova condotta premente a servizio dell’impianto di sollevamento fognario di Torre del Diavolo, che a sua volta sarà sostituito da una nuova struttura con 19 milioni di euro. A completare i lavori anche le opere sul Picone con un importo di 20 milioni di euro».
In tutto, prosegue Aqp, per la città di Bari gli investimenti ammontano a 350 milioni di euro, resta però la questione legata ai tempi di realizzazione degli interventi: è una questione, spiegano da Acquedotto pugliese «che va ben oltre regole che consentono maggiore efficienza nella realizzazione delle opere, e riguarda anche le imprese che, a fronte di appalti acquisiti a condizioni economiche oggi insostenibili, si ritrovano impossibilitate ad onorare i contratti a causa dell’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia. Non è un caso se ad agosto del 2022 l’impresa aggiudicataria dei lavori per la rifunzionalizzazione delle reti fognanti afferenti al canale Picone, abbia rinunciato al contratto, rendendo necessaria l’individuazione del nuovo contraente mediate scorrimento della graduatoria di gara».