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Da Palese a viale Archimede: Bari ostaggio dei cantieri infiniti

Da via Capruzzi a via Ettore Fieramosca, passando per corso Italia, sono almeno quattro le transenne poste dalla Polizia Locale per rendere off-limits le numerose buche disseminate tra l’asfalto e i marciapiedi. E fin qui nessun problema: delimitare le aree di pericolo per pedoni e autisti è necessario. Il problema nasce nel momento in cui…
(foto di Luca Turi)

Da via Capruzzi a via Ettore Fieramosca, passando per corso Italia, sono almeno quattro le transenne poste dalla Polizia Locale per rendere off-limits le numerose buche disseminate tra l’asfalto e i marciapiedi. E fin qui nessun problema: delimitare le aree di pericolo per pedoni e autisti è necessario. Il problema nasce nel momento in cui ci si limita a segnalare il pericolo, senza risolverlo. Lo giurano i residenti: alcune di queste voragini sono transennate da mesi. È il caso, per esempio, della buca transennata tra corso Italia e via Eritrea.

Sempre nello stesso quadrilatero di città spuntano come funghi cantieri perenni che rendono ancora più difficile il transito di pedoni e autisti. È il caso del cantiere di via Crispi. Facente parte del progetto “Urban Wall” dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare (Arca), i lavori dovevano essere ultimati il 9 giugno scorso. Ma le impalcature troneggiano ancora in quell’angolo di quartiere che a quest’ora sarebbe dovuto essere “rigenerato”. Con un doppio paradosso. Il cantiere Arca invita i pedoni a camminare dall’altro lato della strada, come succede sempre nel caso di impalcature che delimitano i marciapiedi e rendono rischioso il transito per i passanti. Ma dall’altro lato di via Crispi, il cantiere del tribunale obbliga a spostarsi dall’altra parte. Una strada senza uscita, che costringe quanti attraversano questo pezzo di strada a camminare affiancando le automobili e i pullman.

È l’odissea di una città bloccata dalle transenne e dai cantieri infiniti. Un problema duraturo che non riguarda soltanto il centro, ma che si estende da un lato all’altro del territorio comunale. A cominciare da Palese, dove le transenne, sempre della polizia locale, impediscono il passaggio alla spiaggia pubblica. Si tratta di un tratto di litorale vietato ai cittadini ormai da anni. Sempre nel rione più “autonomista” del capoluogo pugliese, la Capitaneria di Porto ha interdetto l’accesso ai due bracci del porticciolo in quanto, come si legge sul cartello affisso sulle (ancora) transenne della polizia locale: «I piani di calpestio versano in cattivo stato di conservazione, non sono corredati da sistemazioni anti-caduta in mare né sono provvisti di idoneo sistema di illuminazione».

È bloccato anche il cantiere dell’area ludica di via Tommasicchio, a San Girolamo. Lo spazio di oltre 200 metri quadrati avrebbe dovuto ospitare circa 30 bambini e sarebbe dovuto essere operativo, come annunciato dall’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso, già dai primi giorni d’agosto. Ma così non è stato e, lo scorso 10 agosto, l’azienda ha dovuto interrompere i lavori perché, a causa delle elevate temperature, non era possibile procedere con la sistemazione degli strati di gomma sintetica Epdm.

Al San Paolo, invece, è un altro cantiere dell’Arca Urban Wall, tra viale delle Regioni e viale Puglia, a essere bloccato. Qui, stando a quanto riportato dal cartello affisso dagli operai edili, i lavori avrebbero dovuto essere terminati il 9 giugno ma, in seguito ad alcuni problemi di sicurezza, sono stati interrotti. E lo stesso destino è toccato all’ultimo progetto di Arca Urban Wall, quello di viale Archimede, nel quartiere di Japigia.

«Stiamo soffocando – commenta un residente – tra impalcature e transenne e sembra che non ci sia luce in fondo al tunnel». Forse perché anche il tunnel è stato transennato.

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