Sono una sorta di midterm elections, ma di americano hanno poco, visto il paracadute del proporzionale che molti candidati hanno aperto per non cadere rovinosamente, ma di certo sono chiamate a scattare una nuova foto della giunta e del consiglio regionale.
Se le cose dovessero andare a gonfie vele per i candidati del centrosinistra, il presidente Michele Emiliano si vedrebbe “costretto” a rimpiazzare metà della sua giunta, senza contare l’incognita delle decisioni sulle future alleanze dell’M5S che potrebbero portare alle dimissioni di Rosa Barone. Il 25 settembre i “boy” di Emiliano candidati sono il suo vice, Raffaele Piemontese, e gli assessori Sebastiano Leo, Anna Grazia Maraschio, Anita Maurodinoia e Giovanni Stea (se dovesse passare il ricorso contro la esclusione della lista di Mastella).
Ma è sulla futura composizione del Consiglio di via Gentile che il puzzle presenta più tessere da cambiare per rimettere a posto il quadro dei 51 consiglieri. Si parte proprio dalla presidente dell’assemblea, Loredana Capone, ma l’effetto a cascata riguarda tutti, o quasi, i gruppi consiliari. Tra assessori (che sono anche consiglieri) ed eletti in Consiglio regionale, sono quindici le tessere del puzzle, eventualmente, da rimettere a posto tra gli scranni della maggioranza e dell’opposizione. L’elenco è lungo e variegato con il gruppo della Lega che potrebbe subire la maggiore trasformazione (tre consiglieri su quattro), visto che il capogruppo Davide Bellomo e i consiglieri Giacomo Conserva e Joseph Splendido sono candidati alle politiche. Non scherza neppure il gruppo dei Popolari con Emiliano: due candidati su tre (il capogruppo Massimiliano Stellato e, forse, l’assessore Stea). Al 50 per cento da ridisegnare è il gruppo misto, dov’è candidato il capogruppo Pierluigi Lopalco, mentre Antonio Tutolo resta “incatenato” in Consiglio. Nel Pd, oltre ai già citati assessori, potrebbe andare a Roma, Debora Ciliento, mentre Forza Italia vede coinvolti nel midterm in salsa pugliese Vito De Palma e Giandiego Gatta. In casa della Meloni, invece, tramontata la candidatura del vicepresidente dell’assemblea, Giannicola De Leonardis, sono della partita il capogruppo Ignazio Zullo e il consigliere Antonio Gabellone. Unico gruppo a rimanere “immobile” è quello dei Cinque Stelle, ma c’è Conte che pensa a fare movimento.