Ultimo avvertimento per Domenico Franco, 45 anni, una carriera criminale con il clan Strisciuglio, ora “a riposo” in un letto dell’ospedale San Paolo di Bari. Lo hanno scaricato lì davanti nella notte, dopo avergli impartito “la lezione”. Un pacco scomodo, abbandonato per pietà da chi ha potuto solo accompagnarlo in auto, prima di sparire nei viali bui del “quartiere”.
Era conciato maluccio, con alcuni colpi di pistola alle gambe e segni del pestaggio sul corpo, incluso sul volto. Lui non lo ha spiegato. si è guardato bene dal raccontare ai medici prima e ai carabinieri dopo chi lo avesse pestato e ferito, rispettando la regola dell’omertà. E sono stati proprio i medici, dopo avergli prestato le prime cure, ad avvisare le forze dell’ordine di quel pregiudicato soccorso per strada.
Il caso è toccato ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Bari con i colleghi della Compagnia San Paolo, che hanno già acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, sia quelle nei pressi dell’ospedale allo scopo di individuare l’auto, sia in un altro punto del quartiere dove sarebbe avvenuta l’aggressione.
Le indagini, coordinate dalla pm antimafia (di turno ieri) Bruna Manganelli, prendono in esame varie piste. La prima è quella che lega il ferimento ad altri episodi simili avvenuti nelle ultime settimane al San Paolo e registrati dalle forze dell’ordine: inseguimenti, liti, qualche colpo di pistola, nell’ambito di una nuova fibrillazione riaccesasi di recente per il controllo delle attività illecite. Lo spaccio di droga in città e in provincia, al primo posto, sta smuovendo gli equilibri fra clan e all’interno delle stesse compagini mafiose.
Secondo quanto filtra dalle reti dei confidenti e da alcune attività investigative in corso, anche a seguito del pentimento dei fratelli Arcangelo e Dino Telegrafo, all’interno del clan Strisciuglio (al momento dominante nel quartiere San Paolo) si sarebbero aperte delle questioni d’affari, che tirano in ballo anche altri gruppi criminali di zone diverse. Gli arresti degli ultimi anni (aggravati dalla decisione di collaborare con la giustizia) hanno provocato assestamenti nei posti di comando, mettendo anche in discussione la leadership di chi decide e “spartisce”.
Al comando degli Strisciuglio, pare, ci sarebbero referenti in libertà guidati dai “capi” detenuti nelle carceri fuori dalla Puglia. Grazie all’ingresso di telefonini in cella, personaggi di un certo calibro possono trasmettere le indicazioni operative a chi invece resta sul territorio. E l’ordine, a quanto risulta, sarebbe quello di “fermare” qualunque componente del clan rivale si incontri nella zona. Ecco spiegati i numerosi episodi di aggressioni o di sparatorie, andate a vuoto, segnalate alle forze dell’ordine.
L’ultimo, il più grave, il 20 marzo scorso, quando ha rischiato la vita il 23enne Nicola Cassano, soprannominato “lo sciacallo”, ragazzo di DinoTelegrafo, raggiunto da una gragnuola di colpi in viale delle Regioni, mentre era a bordo della sua Suzuki Ignis con la sua fidanzata 15enne. Pochi i dubbi sul fatto che lo volessero morto: almeno sei i colpi calibro 9 che avevano sforacchiato lo sportello dal lato di Cassano, un altro al parabrezza. La minorenne che era sul sedile accanto, è stata medicata per un leggera ferita a una caviglia. Sul posto, oltre a un’ambulanza del 118 che li ha immediatamente soccorsi, i carabinieri della locale stazione, del Nucleo investigativo del comando provinciale di Bari e della sezione investigazioni scientifiche per i rilievi.
Il giovane, rimasto in Terapia Intensiva per alcuni giorni, si è fortunatamente salvato.
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Di Redazione15 Novembre 2024