«È necessario condurre una battaglia comune sui tavoli europei per la definizione di un tetto massimo al prezzo del gas. L’aumento vertiginoso dei costi energetici, che nelle scorze ore ha toccato il nuovo massimo di 250 euro al megawattora per il gas alla borsa di Amsterdam, mette a rischio le produzioni agroindustriali lucane, i cui consumi energetici impattano in maniera rilevante sui costi aziendali». Questo è quanto dichiara il deputato Luciano Cillis, membro della Commissione Agricoltura della Camera.
Per l’esponente di “Impegno Civico” se «nel lungo periodo potremo mitigare la spesa energetica delle imprese del comparto primario grazie ai bandi previsti dal Pnrr in merito all’agrisolare, all’agrivoltaico e per la realizzazione di impianti di biometano, nel breve dobbiamo necessariamente intervenire in ambito comunitario per calmierare i prezzi del gas», specifica.
Il lucano evidenzia la proposta del ministro Di Maio che intende dare forza al Governo Draghi, in carica per gli affari correnti, facendo «sottoscrivere a tutti i partiti politici che hanno a cuore l’Italia una lettera che conferisca un mandato chiaro all’attuale Esecutivo sui tavoli europei in vista dell’imminente autunno, che si preannuncia drammatico e caldo».
Per Cillis i maggiori costi che le imprese agricole, ma soprattutto quelle agroindustriali di trasformazione, stanno subendo si ripercuoteranno inevitabilmente sui consumatori, «i quali, già oggi, devono affrontare la più alta inflazione dal 1986, con un carrello della spesa il cui costo è aumentato di oltre il 9%», aggiunge.
A detta del deputato è prioritario intervenire nel più breve tempo possibile in sede comunitaria al fine di assicurare la sicurezza alimentare nazionale e garantire che le imprese italiane del comparto primario continuino ad operare in maniera sostenibile.