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Elezioni 2022, virologo Clementi: “Tecnici non siano politici militanti”

(Adnkronos) - "Moti di sorpresa Nessuno". Spiega di aver reagito così il virologo Massimo Clementi alle notizie sulle discese in campo e sulle aperture di alcuni colleghi nei confronti delle 'sirene' della politica. In particolare il pensiero va subito ad Andrea Crisanti, per il quale ormai la candidatura con il Pd nella circoscrizione Europa al…

(Adnkronos) – “Moti di sorpresa Nessuno”. Spiega di aver reagito così il virologo Massimo Clementi alle notizie sulle discese in campo e sulle aperture di alcuni colleghi nei confronti delle ‘sirene’ della politica. In particolare il pensiero va subito ad Andrea Crisanti, per il quale ormai la candidatura con il Pd nella circoscrizione Europa al Senato è ufficiale. “Ognuno ha le sue sollecitazioni intellettuali, le sue organizzazioni neuronali, però oggettivamente, senza criticare Crisanti né le scelte di nessuno – precisa – mi sorprende un po’ che una persona che sia un tecnico poi scenda così direttamente in politica”, commenta all’Adnkronos Salute.  

“Ho letto le parole di Crisanti”, dichiarazioni in cui spiega che mai come in questo momento in Italia servono i tecnici in politica, “ma la mia risposta è una domanda: perché? Perché i tecnici devono fare questo? Per quale motivo? Non è successo mai prima – osserva il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano – I tecnici della Banca d’Italia erano tecnici che intervenivano poi sulle decisioni politiche, in maniera tecnica appunto. I tecnici dell’Ambiente erano tecnici e io ricordo discussioni enormi fatte anni fa sull’utilità o meno, sui rischi o meno dell’energia nucleare, discussioni in cui intervenivano poco i politici su questi aspetti, e più i tecnici. In definitiva, io vedrei come una soluzione migliore il fatto che ci siano tecnici magari ‘prestati’ alla politica, ma non proprio politici militanti”.  

“E ritengo che alcune discipline, e la salute è una di queste, richiedano una competenza tecnica, pur rientrando in un’interpretazione che può essere diversa se vista da un lato della politica o dall’altro, da sinistra o da destra”, aggiunge Clementi. L’esperto crede che “ci debba essere un intervento da parte dei tecnici ma che questo intervento possa essere mediato: per esempio un ministro politico e un tecnico al suo fianco, come c’è stato finora peraltro, poi possono aver fatto cose giuste o sbagliate ma è un altro discorso. Oppure si può pensare a “un ministro tecnico con una collocazione, un’organizzazione neuronale diciamo, vicina al Governo” vigente. “Senza scomodare le adesioni e le tessere di partito. Io ovviamente non critico nessuno – conclude – e ci tengo a ribadirlo: ognuno ha la sua sensibilità”.  

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