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Elezioni 2022, rebus liste nel centrodestra

(Adnkronos) - Nel centrodestra manca solo l'ok dei leader ai 15 punti del programma, mentre sui seggi resta da capire ancora a chi andranno la quindicina di collegi uninominali in quota alle 4 formazioni centriste (Udc-Ci-Nci-Iac). Ma il tema clou resta quello delle liste: la Lega fa sapere che il dossier è in mano a…

(Adnkronos) – Nel centrodestra manca solo l’ok dei leader ai 15 punti del programma, mentre sui seggi resta da capire ancora a chi andranno la quindicina di collegi uninominali in quota alle 4 formazioni centriste (Udc-Ci-Nci-Iac). Ma il tema clou resta quello delle liste: la Lega fa sapere che il dossier è in mano a Salvini, che chiuderà sui nomi da presentare al seggio “solo dopo Ferragosto”. Per Forza Italia la notizia del giorno arriva da Silvio Berlusconi che conferma: “Mi candiderò al Senato”. Per il resto il partito sta in alto mare: “I posti sono pochi e la situazione non è semplice”, trapela. Vale a dire troppe richieste arrivate sul tavolo e molti saranno scontentati, con buona pace di tanti. Giorgia Meloni ha aperto a nomi tecnici, spiegando che un suo eventuale governo “potrebbe avvalersi, se necessario, di competenze che non vengano dalla politica di partito. Ho già in mentre diversi nomi di personalità che potrebbero darci una mano”, dice. 

Nomi che intanto potrebbero finire in lista, visto anche i margini ampi di candidature possibili per Fdi, che oltre a riconfermare i suoi 58 parlamentari uscenti, prevede di portare molti più eletti a Roma. Tecnici come Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, corteggiato da Fdi (e da Italia Viva) che non si tira indietro. “Se qualcuno me lo chiedesse, sarei ovviamente onorato, lusingato e a disposizione per dare una mano come tecnico. Poi, in che ruolo, evidentemente non spetta a me dirlo”, dice all’Adnkronos Salute, con riferimento al ministero della Salute.  

Sulle liste si attende comunque che si arrivi al deposito dei contrassegni, perché altrimenti non si possono firmare le candidature. Molti temono di essere bruciati e si nascondono. A galla restano i nomi dei big, con il borsino che resta stabile per il patron della Lazio, Claudio Lotito che potrebbe trovare posto in Lega o con Fi. Il collegio potrebbe essere un uninominale del Lazio, con ‘paracadute’ al proporzionale. Più che probabile resta il posto in lista per la giornalista Maria Giovanna Maglie, in quota Lega. Tra i big altri nomi dati in lista sono quelli degli ex ministri Giulio Tremonti e Giulio Terzi di Sant’Agata. Certi di correre con la Meloni anche Giuseppe Consolo, Fabrizio Ghera, Riccardo De Corato, Andrea De Priamo, Lavinia Mennuni. 

La Lega pensa a ricandidare alcuni degli uscenti: nel Lazio correranno quasi sicuramente Claudio Durigon e Giulia Bongiorno al Senato, così come dovrebbe far parte del gruppo Simone Pillon. New entries il sottosegretario al Mef, Federico Freni e l’ex candidata vicesindaco a Roma, Simonetta Matone. Leghisti storici come Roberto Calderoli, Massimiliano Romeo e Massimo Garavaglia sono attesi in Lombardia, dove resta in forse – ma è più no che sì – la candidatura del fondatore Umberto Bossi, cui Salvini ha proposto la ricandidatura. In Veneto tocca al Alberto Stefani, già coordinatore regionale. Nella sua regione dovrebbe correre per Fi la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Per Fdi l’assessore alle politiche del lavoro e alle pari opportunità della giunta Zaia, Elena Donazzan. In Sicilia la Lega pensa a ricandidare il segretario regionale Nino Minardo, che quindi non correrà più per la carica di governatore nell’isola. 

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