Minervino Murge è da tempo considerata terra di “fasonisti”, grazie all’esistenza in particolare di uno stabilimento che accoglie circa quaranta lavoratrici, impegnate nel confezionare abiti per i grandi marchi nazionali. Da alcuni mesi, però, questa importante realtà sta vivendo un dramma che rischia di vanificare gli sforzi di lavoratrici e imprenditori.
L’azienda in questione è la “Tommy & Aly” che, sino a poco fa, aveva sede nella zona industriale di Minervino, all’interno di locali regolarmente presi in locazione, con tanto di contratto. Ai locatari, però, non era stato reso noto che si trattava di un immobile sottoposto a sequestro giudiziario e che di lì a poco sarebbe stato messo all’asta. Quando l’iter giudiziario s’è compiuto e ad aggiudicarsi i locali è stata una ditta di cosmetici, per la “Tommy & Aly” è cominciato un vero calvario.
I nuovi proprietari hanno iniziato il procedimento di esecuzione, chiedendo la liberazione dell’immobile. Il tutto in tempi brevi, talmente risicati da non lasciare possibilità alcuna di provvedere ad una alternativa. Nel frattempo i proprietari della “Tommy & Aly” hanno acquistato a tempo di record un altro immobile ma naturalmente non hanno avuto il tempo di terminare i lavori di ristrutturazione. Hanno inutilmente chiesto ai nuovi proprietari una dilazione di qualche settimana sulla data del rilascio. Questo perchè l’attuale congiuntura mondiale, a causa della pandemia e della guerra in Ucraina, ha rallentato la realizzazione e l’invio dei materiali necessari ai lavori edili. Un braccio di ferro che rischia di lasciare letteralmente in mezzo a una strada, come si suol dire, 40 operaie che attualmente stanno lavorando ad una nuova e importante commessa da parte di una azienda emiliana.
Eppure basterebbe far ricorso ad un minimo di buon senso e disponibilità per risolvere una situazione che rischia di incancrenirsi nelle aule di giustizia a scapito della già fragile economia di Minervino Murge.