La Giunta regionale della Puglia, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Pentassuglia, ha richiesto al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali di decretare lo stato di calamità naturale per le grandinate di maggio e giugno 2022 nei territori dei comuni della Provincia di Taranto, così da poter accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale.
Nel periodo preso in considerazione, sottolinea Coldiretti Puglia, c’è stato un «vero e proprio inferno climatico, con ben 13 eventi estremi in poche ore tra grandinate, tornado, trombe d’aria e tempeste di vento e acqua che hanno colpito a macchia di leopardo la provincia di Taranto, provocando danni nei centri urbani e in campagna».
Danneggiati vigneti, oliveti, ortaggi e frutteti, «con 8 frutti su 10 andati in fumo, dopo che la siccità – aggiunge Coldiretti Puglia – ha compromesso le piante in grave stress idrico, una bilancio desolante per una campagna agraria estiva da dimenticare. La gradinata ha colpito duramente i campi proprio quando le alte temperature ma anche la preoccupante siccità sono la punta dell’iceberg di un 2022 che si classifica fino ad ora a livello globale come il quinto anno più bollente di sempre nel pianeta, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,87 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.
La caduta della grandine nelle campagne – prosegue la Coldiretti Puglia – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni nei campi proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.
Le precipitazioni violente provocano danni perché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio – sottolinea Coldiretti Puglia – reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con 230 i comuni, ovvero l’89% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra».
Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate.
«Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Ad essere colpiti dalle ultime perturbazioni – riferisce la Coldiretti Puglia – sono state le coltivazioni di grano, avena ma anche vigneti e alberi da frutto che sono stati abbattuti dalla furia del vento che ha provocato anche danni alle coperture di fabbricati e capannoni delle aziende agricole».