(Adnkronos) – Arriva dopo due ore di faccia a faccia la fumata bianca per l’accordo tra il segretario del Pd, Enrico Letta, e il leader di Azione, Carlo Calenda, in vista delle elezioni politiche 2022 in programma il 25 settembre. Ma è tensione con Sinistra italiana ed Europa: “L’accordo tra Pd e Azione +Europa non ci riguarda” hanno chiarito. Atteso per oggi un incontro tra Letta, Fratoianni e Bonelli per una verifica dell’alleanza elettorale.
L’ACCORDO
Ieri Letta e Calenda hanno chiuso il tira e molla degli ultimi giorni e firmato un patto elettorale davanti a ‘testimoni’ – al gruppo dem alla Camera dove si è svolto l’incontro c’erano anche Benedetto Della Vedova ed esponenti di Pd, Azione e Più Europa. Due i punti qualificanti. Il primo l’intesa sui collegi uninominali. Nessun leader o segretario di partito della coalizione sarà candidato nel maggioritario. Comprese le ex-azzurre Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini.
“Tutti hanno fatto un passo indietro”, sottolineano dal Pd. E Letta che ha chiesto e ottenuto al tavolo che tutti facessero il passo indietro, offre ‘diritto di tribuna’ a quei leader che rischiano di restare fuori. Ad esempio Luigi Di Maio la cui lista, Impegno Civico, viene data nei sondaggi attuali sotto la soglia del 3% necessaria per entrare in Parlamento. Certo, dovrebbe rinunciare però a correre con la sua lista per essere candidato nel ‘listone’ dei Democratici e progressisti.
“A seguito del Patto elettorale raggiunto oggi con Azione/+Europa, in linea con l’impegno a supportare la costruzione di una coalizione plurale e ampia da opporre al progetto della destra sovranista, nelle prossime liste elettorali -annuncia una nota del Nazareno- il Partito Democratico offrirà diritto di tribuna in Parlamento ai leader dei diversi partiti e movimenti politici del centrosinistra che entreranno a far parte dell’alleanza elettorale”. Nel patto bilaterale tra i due ‘front runner’ – Letta e Calenda – si è concordato di dividere la quota uninominale così: 70% dei collegi al Pd e il 30% ad Azione e Più Europa.
L’altro punto riguarda il programma. I punti in comune tra Pd e Azione. E qui il solco ‘draghiano’ è forte. Europa, politica estera, guerra in Ucraina. Temi su cui i dem erano già in sintonia con Azione. Forse la parte più innovativa è quella sull’energia dove, nero su bianco, i due partiti inseriscono la “realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile” per fronteggiare l’emergenza.
In ambito economico e sociale, si legge nel testo dell’accordo sottoscritto da Pd, Azione e Più Europa, “le parti s’impegnano a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva Ue e una riduzione consistente del ‘cuneo fiscale’ a tutela in particolare dei lavoratori”.
E poi “per quanto riguarda le riforme da completare e/o emendare dopo l’interruzione traumatica del governo, Pd e Azione/+Europa concordano” su alcuni punti dalla necessità “di realizzare integralmente il Pnrr nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea” al no aumento del “carico fiscale complessivo”, la revisione del Rdc e del Bonus 110% “in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi”. Infine i diritti: “Dare assoluta priorità all’approvazione delle leggi in materia di Diritti civili e Ius scholae”.
Per quanto riguarda il patto elettorale sulle candidature “le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza”. E si specifica: no ex parlamentari del M5S (usciti nell’ultima legislatura), no gli ex parlamentari di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura).
LETTA
“Questo passo rende le elezioni veramente contendibili”, afferma Letta in conferenza stampa. “Oggi è una grande giornata. Quello di oggi – ha rivendicato il leader dem – è un passo importante, era un dovere superare gli ostacoli e trovare un’intesa che ci consentisse di trovare una proposta che sia vincente, convincente e alternativa a queste destre. Guardiamo al futuro con grande fiducia”. “Abbiamo dimostrato tutti grande senso di responsabilità, in un momento come questo – ha scandito Letta – l’Italia conta molto di più rispetto a nostri destini e dei singoli partiti. Ci siamo assunti una responsabilità per l’Italia perché non è immaginabile che dopo il governo Draghi il nostro Paese passi a un’esperienza del governo delle destre guidata da Meloni o da altri esponenti di queste destre”.
CALENDA
“Oggi si riapre totalmente la partita” dice il leader di Azione. “Siamo pienamente e totalmente soddisfatti del testo sottoscritto – sottolinea Calenda – Siamo solidi, compatti, andiamo a vincere queste elezioni. Niente è scritto. Quando uno si sente la vittoria in tasca di solito va a casa e finirà così. Oggi finisce ogni polemica, finisce il pre-partita, inizia la partita e la vinciamo”. Quanto alla premiership, “chi farà il premier lo decideremo insieme”.
RENZI
Critico Matteo Renzi, per il quale “questo accordo è un’occasione persa, si poteva creare un polo di centro che poteva arrivare al 10%. Noi, liberi e coraggiosi, andremo da soli”. “Andremo da soli a chiedere agli italiani i voti per entrare nel prossimo Parlamento. Se Calenda vuole stare con Di Maio e Letta vuole stare con Fratoianni, io la ritengo una marmellata indistinta che fa vincere la Meloni. La politica per me non è rinunciare alle proprie idee per una poltrona. Un cittadino deve poter esprimere un voto utile, dandolo a persone serie”, dice Renzi. “Di Maio diceva che il Pd rubava i bambini con l’elettroshock, ora il Pd offre il simbolo a Di Maio”, aggiunge.
CONTE
“Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono nell’agenda Draghi. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo noi”, scrive su Facebook il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.