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Il mistero dei lavori edili alle sale operatorie. Preoccupazione al Pta di Conversano

In una struttura, il presidio territoriale assistenziale (Pta), senza alcun servizio di guardiania e costretta a sacrificare una unità operativa per la misurazione della temperatura a coloro che si recano agli ambulatori, c’è preoccupazione in questi giorni a causa di non meglio definiti lavori di riorganizzazione delle sale operatorie. Una preoccupazione sottolineata da coloro che…

In una struttura, il presidio territoriale assistenziale (Pta), senza alcun servizio di guardiania e costretta a sacrificare una unità operativa per la misurazione della temperatura a coloro che si recano agli ambulatori, c’è preoccupazione in questi giorni a causa di non meglio definiti lavori di riorganizzazione delle sale operatorie. Una preoccupazione sottolineata da coloro che in quel presidio ci lavorano. La direzione della Asl Ba conferma la notizia dei lavori a farsi ma specifica che si è ancora nella fase progettuale e che l’assistenza e i servizi non sono a rischio interruzione, dato che continuano ad essere erogati regolarmente, senza alcun disagio per la comunità del territorio. Intanto lo stato d’animo di alcuni operatori va dallo stupore all’incredulità ed è stato interpretato dal sindaco Giuseppe Lovascio che, raccogliendo le sollecitazioni arrivategli, ha chiesto formali precisazioni al direttore della Asl Ba, Antonio Sanguedolce, al direttore del dipartimento Salute e Benessere della Regione Puglia, Vito Montanaro e al direttore del distretto Ba 12, Antonio Milano. «Pervengono a questa Amministrazione notizie di imminenti interventi edili di ristrutturazione del quartiere operatorio del Pta “F. Jaia” di Conversano, realizzato solo pochi anni or sono secondo requisiti qualitativi di assoluta rilevanza. Sulla base delle istanze rappresentate da associazioni del settore, professionisti sanitari e liberi cittadini, che questa amministrazione sente di dover condividere appieno – continua Lovascio – si chiede di voler fornire precisa rassicurazione circa la compatibilità delle eventuali trasformazioni da avviare con le attività specialistiche chirurgiche attualmente ivi svolte, che, per rilevanza clinica e conseguente affluenza di utenti, costituiscono imprescindibile risorsa per questo e per i comuni limitrofi. Peraltro – conclude il sindaco – attualmente, l’attività chirurgica del Pta “F. Jaia” rappresenta significativo sgravio per le omologhe Unità operative ospedaliere che insistono sul medesimo territorio, per cui una sua sospensione o la denegata ipotesi di un ridimensionamento (che comporterebbe tra l’altro l’allungamento delle liste di attesa), appare del tutto ingiustificato».

Ciò che ha fatto preoccupare gli operatori del Pta, soprattutto medici e infermieri che prestano la propria opera nelle sale operatorie per gli interventi programmati, è stato un andirivieni di componenti dell’area tecnica della direzione generale della Asl Ba. Ma i lavori di cui si sente parlare per le sale operatorie, e per i quali si pianificano sopralluoghi, sono la conseguenza di una necessità espressa dal direttore della divisione dell’Unità Operativa di Fisiopatologia della Riproduzione Umana e Pma che per le proprie prestazioni ha richiesto il pieno utilizzo delle sale operatorie a suo tempo finanziate dai fondi Fesr e vincolate per quel servizio. Di contro, invece, le sale operatorie sono utilizzate dai chirurghi, soprattutto della divisione di Oculistica, Chirurgia Generale, Ortopedia, Otorino. A monte di questa vicenda ci sono i famosi numeri e la cosiddetta produzione. La Pma, dal 2018 al 2021, è intervenuta con ottocento prestazioni a fronte, nello stesso periodo, di settemila prestazioni delle altre attività, soprattutto di quelle della Unità operativa di Oculistica con seimila prestazioni. Toccherà alla Asl Ba chiarire i dubbi degli operatori e dell’amministrazione comunale per un destino, quello del Pta, legato agli interventi programmati e prestazioni che, a partire dall’utilizzo della risonanza magnetica, fanno registrare numeri importanti. In questo ultimo caso pari a duemilasettecento l’anno nonostante il servizio venga erogato nell’arco di sei ore.

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