ROMA (ITALPRESS) – “Da anni si discute sul numero chiuso per i turisti, sull’istituzione dell’Area Marina Protetta, ma, come si può immaginare, ‘forzè contrarie a queste soluzioni hanno impedito il realizzarsi di azioni che avrebbero in qualche modo regolamentato lo straordinario flusso di denaro che nei pochi mesi estivi entra nelle attività capresi”. Lo sostiene Marevivo che plaude all’iniziativa dei comuni di Capri e Anacapri che “con coraggio e determinazione, hanno messo in atto un provvedimento per il mare che molto si avvicina sia alla protezione della biodiversità marina, sia all’esigenza di vivere il mare in tranquillità e sicurezza, nuotando intorno al meraviglioso scoglio”.
Per il secondo anno, gavitelli e boe hanno limitato l’accesso dei natanti a grotte ed estese zone di mare, formando negli specchi d’acqua delle piscine naturali silenziose e pulite frequentate da canoe e nuotatori. Un paradiso apprezzato da quella parte di visitatori, soprattutto stranieri, venuti a vivere la natura incontaminata dell’isola.
“In questi giorni, abbiamo monitorato i fondali e abbiamo notato che l’acqua è particolarmente limpida. Ciò è sicuramente dovuto alla siccità, problema enorme che sta mettendo in ginocchio l’agricoltura e le risorse di acqua del nostro Paese ma che, per la salute del mare, rappresenta una straordinaria boccata di ossigeno – spiegano da Marevivo – Veleni e plastiche trasportate dai fiumi attualmente in magra hanno avuto una battuta d’arresto: ricordiamo che l’80% dei rifiuti plastici arriva proprio dai corsi d’acqua. Ma cosa succederà quando gli inevitabili acquazzoni arriveranno? Il carico inquinante concentrato in questi mesi si riverserà in un ecosistema delicato e assisteremo impotenti a un massacro annunciato”.
“Salta all’occhio la scomparsa dei ricci che ricoprivano gli scogli, ma anche delle stelle marine, degli sconcigli, delle attinie (‘pomodori di marè), di cozze pelose, orecchie di Venere, spondili, oloturie (‘cazzilli di marè) e granchi.
Sono irrimediabilmente vuote le tane del ‘rancio fellonè e dei polpetielli, vuoti i laghetti tra le rocce dove viveva un microcosmo fatto di lumachine, gamberetti, ghiozzi, bavose e pulci di mare”.
“Come poi non accorgersi della scomparsa della Cystoseira, un’alga bruna che bordava tutte le rocce dell’isola e si alzava e si abbassava secondo il movimento delle onde sprigionando il suo profumo marino e delle folte praterie di Posidonia ridotte in una presenza di ciuffi a macchie di leopardo? Ma tutto questo esercito di esseri animali e vegetali che fine ha fatto? Nessuno lo sa” continuano da Marevivo. “Sembra una follia, ma è così: si stima che nel 2050 avremo perso un milione di specie, ma non sappiamo quali e quante nel frattempo si siano già estinte”.
Marevivo da anni chiede l’istituzione dell’Area Marina Protetta che abbia il compito non solo di proteggere ma anche di catalogare con minuzia tutti gli esseri che compongono la sua biodiversità. “Il Mare Mediterraneo è malato, che cosa gli abbiamo fatto? Con la pesca intensiva e illegale uccidiamo la sua vita, con l’inquinamento lo facciamo morire – continua la nota –
Limitare con le boe il passaggio e l’ancoraggio dei natanti a motore è un provvedimento che non soddisfa totalmente le nostre aspettative ma è un grandissimo passo nella direzione che ci auguriamo. Il nostro futuro dipende dalla salute del mare e la salute del mare dipende purtroppo da noi. Avanti tutta e grazie anche da parte del Mare!” conclude Marevivo.
– foto: Ufficio stampa Marevivo
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