Riflettori puntati a domani, quando al Nazareno a Roma si ritroveranno i vertici del Pd pugliese e il segretario Enrico Letta per sciogliere il nodo delle candidature alle politiche. Una riunione decisiva che stabilirà criteri e modalità per formare le liste superando una serie di incognite come la deroga a candidarsi per i consiglieri regionali e l’opportunità di schierare in campo i big Michele Emiliano e Antonio Decaro. Il sindaco di Bari ha preso in considerazione l’appello rivoltogli da Letta a scendere in campo, ma nelle ultime ore sembra farsi strada l’idea di rinunciare alla candidatura. Per volare a Roma, infatti, il primo cittadino dovrebbe dimettersi e lasciare la città per dieci mesi prima del nuovo turno elettorale a maggio 2023. Il tutto con due anni di anticipo rispetto alla fine della legislatura che si chiuderà nel 2024.
Sulla stessa falsariga sta riflettendo il governatore Emiliano tentato anch’egli dalla sollecitazione del segretario Letta. Per il presidente pugliese, tuttavia, il ragionamento è più complesso. Intanto per gli scenari che possono aprirsi di qui all’inizio della campagna elettorale che partirà fra il 25 e il 26 agosto. Emiliano rinuncerà alla partita se, come dicono i sondaggi, il centrodestra avrà vita facile contro un campo largo ridotto con l’uscita dei Cinque Stelle. Potrebbe scendere in pista, invece, se nelle prossime settimane si delineasse uno schieramento di centrosinistra allargato al centro e in particolare a Di Maio, Calenda, Renzi, ma anche a Leu e alla sinistra radicale con l’ulteriore possibilità di simboli che si rifanno all’agenda Draghi.
Nel frattempo il governatore non disdegna di restare alla guida della regione Puglia e in quest’ottica ha lanciato un appello al centrosinistra. Una sorta di ultimatum alle minoranze interne del Pd, i consiglieri regionali Fabiano Amati, Michele Mazzarano, Ruggero Mennea, Paolo campo e agli onorevoli Michele Bordo e Dario Stefàno. Della serie “se volete che resti o che vada uscite allo scoperto e ditelo ora o mai più”. Una manovra che punta a stanare il centrosinistra spingendolo verso un’investitura ampia sul completamento di questo mandato e l’opzione diretta per il prossimo. Il presidente vuole un documento politico in cui le forze del centrosinistra lo confermano sin d’ora per il terzo mandato. La mossa del cavallo, in pratica, per mettere in riga i dissidenti garantendosi un finale di legislatura tranquillo con l’opzione certa di essere lui il candidato nel 2025. Sul punto il consigliere dem Mennea apre all’ipotesi del governatore e gli fa una controproposta. «Noi possiamo tranquillamente appoggiare il terzo mandato, ma Emiliano in cambio ci candidi ora a Roma alle politiche facendoci uscire dallo sgabuzzino in cui ci ha rinchiusi negli ultimi anni». La proposta non viene sottovalutata da ambienti vicini ad Emiliano. Di più non è escluso che venga messa sul tavolo di trattativa martedì prossimo quando si deciderà la strategia da adottare in Puglia. Una strada molto stretta che vede i parlamentari uscenti Lacarra, Boccia, Messina, Losacco, Stefano, Bordo, che scalpitano e pochi posti sicuri disponibili, non più di sei, considerando l’obbligo della parità di genere alternando un uomo ed una donna nelle liste.
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Di Redazione19 Novembre 2024