È stato riattivato il reparto covid del centro ospedaliero militare di Taranto. Nel pomeriggio di ieri, informa una nota della Marina militare, sono stati ricoverati due pazienti in fase post acuta trasferiti da strutture sanitarie locali.
La Difesa continua a supportare il “Sistema Paese” nella gestione dell’emergenza sanitaria, uno sforzo importante e trasversale gestito dallo Stato Maggiore della Difesa, attraverso le quattro Forze Armate e coordinato dal Comando Operativo di vertice Interforze (Covi) in accordo con Istituzioni, Autorità, Sanitarie Locali e Protezione Civile.
Il ministero della Difesa aveva già reso disponibile in tal senso, dal novembre 2020, oltre al Policlinico Militare Celio di Roma e al Cim di Milano, anche il Centro Ospedaliero Militare di Taranto, assicurando una capacità ricettiva fino ad un massimo di 20 pazienti positivi al COVID provenienti da nosocomi civili del territorio.
La sua riattivazione è avvenuta in brevissimo tempo a seguito della richiesta di disponibilità formulata dall’Asl.
«Sono state sicuramente giornate di intenso lavoro a seguito di incisivi interventi logistici, necessari per il ripristino delle aree destinate a ospitare i pazienti e per la designazione del personale sanitario e di supporto logistico – ha dichiarato il direttore del Centro Ospedaliero, il capitano di vascello Fiorenzo Fracasso -. I Reparti individuati per l’esigenza erano già stati precedentemente allestiti a fronte della necessità di garantire la più scrupolosa osservanza delle norme di assistenza sanitaria, sicurezza e comfort per i pazienti, confrontandosi con gli standard qualitativi previsti dall’Azienda Sanitaria Locale e in attuazione delle vigenti normative di settore. Questo lavoro sinergico è la rappresentazione concreta del senso di “Equipaggio” che contraddistingue il modus operandi della Marina Militare. Tutto ciò ha portato ai primi risultati già a partire dalla mattina del 10 gennaio quando il Reparto covid è stato nuovamente messo a disposizione dell’Azienda Sanitaria Locale per il ricovero dei primi pazienti positivi», ha concluso il comandante Fracasso.
Oltre all’assistenza medico-infermieristica di base, sarà assicurata l’effettuazione di esami di laboratorio, inclusi i tamponi molecolari di controllo, prestazioni specialistiche nell’ambito della diagnostica per immagini e cardiologiche, nonché trattamenti di fisioterapia, questi ultimi fondamentali per prevenire effetti collaterali legati a prolungata immobilità e favorire la ripresa.