Nato a Foggia 60 autunni fa, noto per la sua abilità nello “scat” (la forma di canto jazz basata sull’improvvisazione vocale), Gegè Telesforo è cantante, polistrumentista, compositore, conduttore e autore di programmi radio e tv. Nella sua lunga carriera ha duettato, fra gli altri, con Jon Hendricks, Dee Dee Bridgewater, Lucio Dalla e Tosca. I prossimi 18 e 19 dicembre torna in Puglia insieme alla sua band, con “Impossible tour”: sabato a Mola di Bari (al Dal Canonico) e domenica a Bari (al Nicolaus Hotel), all’interno della rassegna “Last Concerts 2021” dell’Associazione Nel Gioco del Jazz.
Gegè Telesforo, davvero il suo è un tour impossibile?
«Ora va meglio, i concerti si possono fare, anche se con protocolli di sicurezza più complessi. Ma due anni fa ho creduto che lo fosse. Il lock down è stato terribile, non ho suonato fino a quest’estate, l’anno scorso avevo troppa paura».
Del Covid?
«Sì, l’ho preso, ho penato, mia figlia ed io siamo rimasti chiusi in casa in quarantena, lei con i suoi 17 anni e la didattica a distanza, io che dovevo produrre radio, non sapevo come fare. Oggi con i vaccini, per fortuna la situazione è migliorata, speriamo non si torni più come all’inizio, abbiamo sofferto tutti troppo».
Torna in Puglia dopo molto tempo, cosa possiamo aspettarci da questi due concerti?
«Sono un proseguimento del tour estivo, che ci ha portato in alcuni dei festival e delle location più belle del nostro Paese. Riprendiamo da qui, con questo quartetto spettacolare che vede accanto a me un giovanissimo batterista di incredibile talento e sensibilità, Michele Santoleri e, al pianoforte, Domenico Sanna, uno dei migliori pianisti jazz contemporanei e abile tastierista, oltre che persona eccezionale; la band si completa con quello che è considerato nel mondo il miglior bassista elettrico in circolazione, Dario Deidda, con il quale collaboro da oltre vent’anni. Tutti eccellenti musicisti e amici fraterni con i quali proponiamo un repertorio vario, anche con qualche nuova rivisitazione, brani del jazz contemporaneo e qualcosa di diverso».
Dal tour estivo è nato un album live, che uscirà a gennaio 2022. Una celebrazione del ritorno alla vita?
«In parte sì. Abbiamo voluto fermare il tempo, perché è stato spettacolare, con arrangiamenti accattivanti e performance molto soddisfacenti, per noi e per il pubblico. Un modo per ripercorrere i brani che hanno segnato la mia carriera come musicista e come compositore. La cosa bella è che abbiamo suonato per persone diversissime, di tutte le età, e alla fine di tutti i concerti la soddisfazione era generale: per me l’obiettivo non è farsi dire “come sono bravi”, ma far tornare tutti e tutte a casa con il sorriso sulle labbra per aver trascorso una serata serena, per aver dimenticato per un po’ quello che abbiamo vissuto».