(Adnkronos) – “Conte è fuori dalla maggioranza, è evidente, e l’appello generico al Movimento 5 Stelle non capisco che valore possa avere: o quello di chiedere una andata a Canossa incredibile da parte di Conte oppure è chiaro che può contare solo sull’appoggio di Di Maio. Bisogna vedere qual è il gioco, se Draghi vuole andarsene, allora fa leva sulla impossibilità di ricostituzione dei 5 Stelle, e se ha messo sullo stesso piano la Lega e il Movimento 5 Stelle è una mossa molto azzardata: la Lega è ben distinta dalla posizione di Conte, fa un po’ di casini ma del tutto marginali”. Lo dice Massimo Cacciari all’Adnkronos, commentando il discorso di Draghi al Senato.
“Se Draghi ha serie intenzioni di andarsene, troverà qualche pretesto per farlo; se Mattarella e gli altri, invece, lo convincono a restare, userà toni molto duri ma poi alla fine rimarrà al suo posto – aggiunge -. Il patto nessuno lo ha messo in discussione in quanto tale. Non ci può essere unità, non esiste più, se lui continua a richiamarsi a quella unità è chiaro che vuole andare via. Bisogna vedere se queste pressioni di Draghi sono intese come modo di dire e dopo la sceneggiata si procederà. Certamente la Lega non prenderà bene il fatto di esser stata messa sullo stesso piano con Conte: può darsi che a questo punto tutto porti ad andare a casa”.
Quanto a Di Maio “è l’ultra governativo – lo definisce Cacciari – il ‘Draghi o morte’ e la sua speranza è quella di presentarsi in futuro come una forza di centro assolutamente governativa in continuità con Draghi, è l’unica possibilità che ha di sfangare qualche voto. E’ il pilastro del Governo più di qualsiasi altra sua componente”.