«Mercoledì scorso ho rassegnato le dimissioni. Questa decisione è seguita al venir meno della maggioranza di unità nazionale che ha appoggiato il governo dalla sua nascita. Il capo dello Stato le ha respinte e chiesto di informare il Parlamento. Decisione che ho condiviso. Oggi mi permette di spiegare a voi e agli italiani questa decisione tanto sofferta quanto dovuta». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel suo discorso al Senato.
«L’altissimo consenso di cui il governo ha goduto in Parlamento ha consentito di avere quella tempestività delle decisioni chiesta dal Presidente della Repubblica. A lungo le forze di maggioranza hanno saputo tenere da parte le divisioni, per interventi rapidi ed efficaci, per il bene di tutti i cittadini», ha proseguito.
Le «riforme della giustizia, della concorrenza, del fisco, degli appalti oltre alla corposa agenda delle semplificazioni sono un passo essenziale per l’Italia. Ad oggi tutti gli obiettivi del Pnrr sono stati raggiunti», ha aggiunto Mario Draghi: «Il merito di questi risultati – ha rimarcato – è vostro, della vostra disponibilità a lavorare nell’interesse del paese. La vostra è stata la migliore risposta all’appello del Presidente della Repubblica».
Proprio Mattarella, spiega Draghi, gli affidò l’incarico di premier con l’obiettivo di affrontare «tre emergenze: pandemica, economica e sociale. Tutti i principali partiti, con una sola eccezione, decisero di rispondere positivamente a quell’appello. Nel discorso che tenni in quest’Aula feci riferimento all’unità nazionale, che in questi mesi è stata la miglior garanzia di questo esecutivo e della sua efficicacia. Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere il consenso più ampio consenso».
Poi aggiunge: «L’Italia ha bisogno di un governo capace di muoversi con efficacia e tempestività su 4 fronti: completare il Pnrr è una questione di serietà nei confronti dei cittadini».
Per Draghi, dunque, «l’unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità».