Un olio su tela (cm. 121×147) raffigurante “Caritas romana” (storia di Cimone e Pero narrata da Valerio Massimo nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX) dipinto da Artemisia Gentileschi, artista della scuola di Caravaggio, è stato recuperato e rimpatriato dai carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio culturale di Bari.
L’opera, già apaprtenuta alla collezione d’arte del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona (1600 – 1665), che lo aveva commissionato alla pittrice romana intorno alla metà del ‘600, era conservato nel castello Marchione di Conversano. Sarebbe stato esportato illecitamente dal territorio nazionale nel 2019 nel tentativo di commercializzarlo all’estero ed è stato recuperato in Austria.
Il valore economico dell’opera è stimato in circa 2 milioni di euro. Due persone sono indagate per truffa ed esportazione illecita di beni culturali.
Gli accertamenti dei carabinieri, coordinati dal pm della Procura di Bari Baldo Pisani, hanno accertato che le due persone indagate, i proprietari del dipinto, lo avrebbero presentato nel 2019, per il tramite di un’agenzia di intermediazione toscana, all’ufficio esportazione di Genova del Ministero della Cultura, dissimulando l’attribuzione alla pittrice italiana di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi (1593-1653), dichiarando un valore economico sottostimato e tacendo il legame con contesti architettonici vincolati, riuscendo così ad ottenere un attestato di libera circolazione. I proprietari avrebbero fatto così uscire dal territorio italiano il dipinto affidandolo ad una Casa d’aste austriaca.
Le indagini sono state avviate nei primi mesi del 2020 e dopo aver rintracciato l’opera a Vienna, sono stati immediatamente attivati gli uffici del ministero della Cultura che, annullata in via amministrativa l’autorizzazione rilasciata sulla scorta di dichiarazioni mendaci celanti la certa attribuzione del dipinto alla pittrice, hanno avviato contestualmente il procedimento che ha determinato l’interesse culturale del bene e il diniego alla libera circolazione. I militari lo hanno quindi sottoposto a sequestro in esecuzione di un Ordine Europeo di Indagine (OEI) e di un provvedimento di freezing (congelamento) previsto dal Regolamento Europeo 1805/2018, per la prima volta applicato in Italia ad un’opera d’arte.
La Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Bari procederà ora ai riscontri di carattere tecnico sulla tela.
L’indagine barese, con la collaborazione di Eurojust e della Polizia austriaca, ha portato finalmente al recupero e rimpatrio della tela, impedendo che al dipinto toccasse la stessa sorte di un altro esemplare di Artemisia Gentileschi, proveniente da altra collezione, aggiudicato all’asta nella medesima Casa d’aste per circa 2 milioni di euro.
Fotoservizio di Luca Turi.