Con la siccità che stringe in una morsa le campagne pugliesi da oltre 2 mesi e un terzo delle aziende agricole in default con un reddito negativo anche per effetto dell’aumento dei costi aggravato dalla guerra in Ucraina, «è inaccettabile che i Consorzi di Bonifica commissariati stiano recapitando agli agricoltori le cartelle per esigere il pagamento degli oneri di contribuenza, senza che ci sia un effettivo servizio reso alle campagne».
È quanto denuncia Coldiretti Puglia, che annuncia ogni opportuna iniziativa a tutela delle imprese agricole e del territorio. «I contribuenti, gli agricoltori in tutta la Puglia, non possono continuare a pagare per servizi di cui non beneficiano. Al contempo la Puglia ha certamente bisogno di un piano generale di bonifica aggiornato e rispondente alle attuali necessità del territorio, ma denunciamo la mancata condivisione con il territorio sia della fotografia dell’esistente sia di quelli che sarebbero gli obiettivi futuri in termini di difesa del suolo, di governo delle acque irrigue e di ulteriori necessità e opportunità che solo un ampio confronto preventivo può concretizzare», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni ordinarie straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione.
«A causa del ventennale commissariamento il mondo agricolo e l’opinione pubblica – insiste il direttore regionale, Pietro Piccioni – hanno sedimentato sfiducia e risentimento verso strutture che hanno, invece, importanti compiti di natura pubblica e di servizio all’agricoltura, rimaste imprigionate in una condizione di scarsa efficienza e di inoperosa funzione statutaria. Di contro i drammatici effetti dell’incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi ed imprevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell’attività di Bonifica integrale».