(Adnkronos) – Il 2021 ha visto un’importante ripresa dei consumi di gas a livello globale (+4,5%), con livelli superiori a quelli pre-Covid e giunti oltre la soglia dei 4.000 miliardi di m3. L’aumento della domanda è conseguenza, soprattutto nel primo semestre, della ripresa dei consumi dell’industria e della produzione elettrica, nonché delle condizioni metereologiche che hanno determinato un maggior fabbisogno per riscaldamento. E’ quanto emerge dalla relazione annuale 2022 di Arera.
Su base annua, l’aumento è stato trainato dai consumi asiatici (+8,7% l’Eurasia e +6,4% l’Asia del Pacifico) e in particolare dalla della Cina (+12%), dovuta al rimbalzo della sua economia e ai crescenti impieghi del metano nei vari usi, oltre che da fattori climatici. Molto significativa anche la crescita della domanda in Russia (+10,9%), stabili invece gli impieghi negli Stati Uniti. Nell’Unione Europea a 27, dopo la diminuzione di quasi il 3% nel 2020, la domanda è cresciuta di 17 miliardi di m3, per un rialzo del 4,3%, segnando il livello di consumo più elevato dal 2011 (412 miliardi di m3).
Le cause di tali aumenti sono da ricercare nella ripresa delle attività economiche e in un maggior utilizzo del metano nella produzione elettrica, dovuto in questo caso anche alla riduzione della produzione eolica nel Nord Europa e a un minore ricorso a nucleare e carbone in Francia e Germania. Una primavera ritardata ha inoltre protratto i consumi per riscaldamento anche in Europa.
Per quanto riguarda l’offerta, nel 2021 la produzione mondiale di gas è aumentata del 4,5%, crescendo in tutte le aree considerate tranne che in Europa (-3,3%) e nell’Unione Europea in particolare (-9,1%). L’Unione Europea, a seguito del forte rimbalzo dei consumi, ha fatto registrare un aumento delle importazioni del 3%, passando da 326,7 a 337,5 miliardi di m3. La Russia, con il 45,3% del totale importato (quasi 155 miliardi di m3) è il principale fornitore dell’Unione Europea, in maggior parte tramite gasdotti; circa il 24% invece è giunto in Europa tramite Gnl. Nel 2021, il principale fornitore di Gnl alla Ue sono gli Stati Uniti (22,3 miliardi di m3), seguiti da Qatar (16,3), Russia (16),
L’Ue ha coperto il fabbisogno 2021 anche attraverso un forte ricorso agli stoccaggi, entrati nella fase di erogazione autunnale con un livello di riempimento basso, pari al 77%, e hanno chiuso l’anno al 54%, in confronto rispettivamente al 95% e al 75% del 2020. Gli scambi sull’hub olandese Ttf sono aumentati del 5% anno su anno, mentre la sua quota sul totale del commercio di gas europeo è salita dal 70% nel 2020 all’80% nel 2021. La quota delle borse sul totale dei volumi scambiati è passata dal 38% nel 2020 a poco più del 50% nel 2021.