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M5S non voterà fiducia in Senato, Conte: “No a cambiali in bianco a governo”

(Adnkronos) - "Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete". Così il leader…

(Adnkronos) – “Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, nel corso dell’assemblea congiunta nella quale ha annunciato l’Aventino parlamentare sul dl aiuti. Quindi oggi in Senato i 5 Stelle non voteranno la fiducia.  

“Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi domani (oggi ndr) non parteciperemo al voto”, ha affermato Conte illustrando la posizione del Movimento in vista del voto, “con le stesse lineari e coerenti motivazioni”, e chiedendo “un cambio di passo del governo”. “Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco”, ha aggiunto raccogliendo l’applauso dei presenti. 

Conte ha poi sottolineato come il documento consegnato al premier Draghi mercoledì scorso “non l’ho inteso e non l’abbiamo inteso come una sommatoria di bandierine del M5S, come l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo”.
 

Salvini
 

“Draghi ha detto che non ci sarà altro governo, e che non governa senza i Cinque Stelle” quindi “se i Cinque stelle faranno una scelta parola agli italiani”, ha affermato Matteo Salvini. “Condivido Renzi che ha detto che piuttosto che questa tiritera torniamo dal popolo”, ha aggiunto sottolineando: “Se una forza non vota il decreto della maggioranza fine, si va a votare”. 

Berlusconi
 

Poi la telefonata tra Salvini e Berlusconi per commentare la situazione politica e ribadire “piena sintonia”. I due leader si risentiranno oggi: a maggior ragione in questa fase delicata, il centrodestra di governo prenderà decisioni comuni, si apprende da fonti della Lega. 

La Lega non ha cercato né voluto alcuna crisi e assiste con viva preoccupazione a quanto sta accadendo nel campo della sinistra, sottolineano. Dal canto suo Il Cavaliere aveva detto in un’intervista a ‘La Stampa’: “Non sta a me naturalmente valutare le parole del presidente Draghi. Sono scelte che spettano solo a lui. Per quanto ci riguarda posso dire che i numeri consentono di continuare a governare in ogni caso. E che ovviamente questa è l’ultima volta che parteciperemo a un governo coni Cinquestelle”.  

Letta
 

“L’Italia ha bisogno di un governo non di una crisi o di precipitare a elezioni a ferragosto”. Così Enrico Letta all’assemblea congiunta dei gruppi Pd alla Camera. “Non voglio che venga visto come un ricatto ma se una forza politica importante come M5S” esce dal governo “non è per ricatto o per ripicca che diciamo che cade tutto e si va al voto, è la logica delle cose e quello che hanno detto Salvini e Berlusconi è una considerazione ovvia”, ha continuato Letta aggiungendo: “Dico con grande forza a chi pone una serie di questioni e una svolta che noi, questa svolta, l’abbiamo vista e intravisto la possibilità concreta di una svolta sociale perché i prossimi 9 mesi siano i mesi in cui il governo risponde alla crisi”.  

“Questo governo – ha rimarcato – può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione. Era chiaro già quando è nato”. “Nel momento nel quale il governo mette al centro della sua azione la lotta alla precarietà credo sarebbe paradossale mettere in crisi il governo”, ha aggiunto Letta. 

Quindi “un appello alla responsabilità di tutti: andiamo avanti, completiamo l’agenda sociale del governo, i distinguo non trascinino con sé le l’opportunità per tanti italiani”. E a quanti hanno criticato una certa ‘afasia’ del Pd in questa fase, replica: “La politica è mediazione e compromesso, se c’è bisogno di dire una parola in meno noi diciamo una parola in meno, se serve ad ottenere il risultato”. 

Meloni
 

“Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo ‘dei migliori’ è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!”, ha dichiarato dal canto suo Giorgia Meloni, leader di Fdi.
 

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