«Sei anni da quella maledetta strage ferroviaria». Queste le parole della sindaca di Andria Giovanna Bruno, in occasione del sesto anniversario del tragico disastro ferroviario del 12 luglio 2016, sulla tratta Andria-Corato al chilometro 51 della ferrovia Bari-Barletta. «Per non dimenticare. Perché questo possiamo fare», scrive sulla sua pagina social la sindaca Bruno, che insieme all’amministrazione comunale e alla cittadinanza, si prepara a commemorare le vittime nell’anniversario del tragico incidente. Ieri, alle ore 19 nel cortile dell’Oratorio Salesiano, si è tenuta una messa di suffragio in ricordo delle 23 vittime. Martedì 12 luglio, giorno del disastro, è previsto un momento commemorativo alle ore 9,30, quando i cittadini, insieme alle autorità, si incontreranno sui binari della strage. Alle ore 11 circa, in coincidenza del tragico e mortale impatto, calerà il silenzio su tutto il cantiere dell’interramento ferroviario, oggetto di lavori di scavo che si interromperanno per mezz’ora.
Uno degli episodi di cronaca nera più tristi della storia pugliese e uno dei disastri più terribili mai avvenuti in Italia, che ha provocato la morte di 23 persone e il ferimento di 58 passeggeri; una ferita che fa ancora tanto male ed è impossibile da rimarginare. Un afoso martedì di luglio, immerso in uno dei tipici e suggestivi scenari estivi pugliesi, fra la terra rossa, il cielo azzurro intenso, le vaste campagne di ulivi e il continuo suono rasserenante delle cicale. Era un martedì come gli altri. Sui due treni, che viaggiavano in direzioni opposte, c’erano diversi passeggeri che quotidianamente salivano sui convogli per recarsi al lavoro, all’università, per fare ritorno a casa o fare visita ai propri cari. Uomini, donne, madri, padri, figli, figlie e bambini, che dopo quel 12 luglio 2016, i propri cari non li rivedranno mai più. All’improvviso, intorno alle ore 11 di quella mattina, un forte boato rompe la quiete e l’ordinaria routine dei passeggeri: un rumore assordante ed un impatto violentissimo, riduce i due convogli delle Ferrovie del Nord Barese in un cumulo di lamiere e fumo nero. Vite, sogni e storie di persone andate in frantumi e soppiantate dalle urla, la disperazione, i pianti, la paura e la morte. Rapidi i soccorsi: il personale del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri, che una volta giunti sul posto, si affrettano a recuperare le vittime e mettere in salvo i feriti, nonostante le numerose difficoltà delle operazioni di soccorso, a causa della mancanza di una strada d’accesso al luogo dell’incidente in aperta campagna. Intervengono tempestivamente anche la Asl Bat e le autorità sanitarie della regione che chiedono ai cittadini enormi quantità di sangue, sollecitandoli alla donazione; la risposta dei cittadini pugliesi fu un grande atto di solidarietà e altruismo: dopo circa tre ore si registrarono infatti oltre 2 mila e 700 pugliesi, che contribuirono con un atto d’amore alla richiesta d’aiuto. 23 vite spezzate, 23 storie, unite da un comune e tragico destino; per loro, ancora oggi, sono 23 le famiglie che chiedono giustizia. Da quel 12 luglio sono passati sei anni e quel ricordo e dolore condiviso, si è trasformato in un immenso segnale di conforto, solidarietà e speranza affinché una simile tragedia non accada mai più.