La nuova bufera giudiziaria ha effetti dirompenti e immediati sulla sanità leccese: la giunta regionale ha nominato Stefano Rossi commissario della Asl Lecce al posto del direttore generale indagato Rodolfo Rollo, che si è dimesso nella mattinata di ieri (e per il quale è stata avanzata richiesta di sospensione dai pubblici uffici che sarà valutata al termine dell’interrogatorio). Rossi prende possesso immediato della carica. Lascia la carica anche Luigi Sergio, amministratore della Sanita Service, giunto a scadenza naturale. Sergio non risulta essere tra gli indagati. Sanità Service compare invece più volte nell’ordinanza, laddove si parla di soldi chiesti e in parte versati all’ex consigliere regionale Mario Romano per essere assunti nell’azienda.
A fare le dichiarazioni alla Guardia di finanza sono stati Luigi Tolento e suo cognato Antonio Specchia.
Il primo ha riferito ai militari: «Giunto nella mia abitazione Romano mi chiedeva 7.000 euro in cambio dell’assunzione. Io ho chiesto quali erano le sicurezze e lo stesso che non mi dovevo preoccupare perché aveva gli agganci giusti. Io ho accettato perché ho pagato solo 1.500 euro come anticipo e la restante parte una volta assunto. Romano ha accettato e mi ha fatto presentare tramite raccomandata al concorso Sanità Service per 159 posti indetto nel mese di dicembre 2019».
Dall’ordinanza emerge però un altro episodio relativo al Romano, che tira in ballo Arpal. È il 15 ottobre 2020, i militari stanno seguendo Mario Romano e suo figlio Massimiliano. «I due salentini si dirigono a Bari presso al sede di Arpal Puglia che aveva appena bandito un concorso pubblico, verosimilmente per raggiungere soggetti interni a detta amministrazione in grado di incidere sulle assunzioni».
Ma il principale accusato resta l’ex senatore ed ex assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri.
Dall’ordinanza di arresto emerge un sistema di favori, regali, atti sessuali in cambio di promozioni o assunzioni. «Le indagini hanno rivelato un abile quanto spregiudicato sistema criminale che grazie alla scaltra regia di Ruggeri permetteva a imprenditori privilegiati di vedere indebitamente amplificati i propri guadagni, o di ottenere un collocamento lavorativo per i figli, o ancora permetteva ai suoi futuri fiduciari l’indebito superamento di concorsi mediante falsificazione dei relativi risultati».
L’ex parlamentare è ritenuto «capace di infiltrarsi nei gangli di qualsiasi articolazione della Pubblica amministrazione, dai Consorzi di Bonifica, ove colloca in posizione apicale i suoi uomini (Antonio Ermenegildo Renna), o capace di piegare ai suoi voleri l’azione amministrativa, come nel caso del Comune di Otranto, dove si muove sfacciatamente con la massima disinvoltura come fosse in presenza di sua servitù, dettando ogni genere di direttiva al sindaco Pierpaolo Cariddi come anche a dirigenti e funzionari. E allarmante è poi la capacità del Ruggeri di orientare secondo i propri interessi persino l’azione della Regione Puglia». Così come di «fare pressioni sul presidente della Provincia di Lecce», oppure ottenere assunzioni in aziende di Bari.