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Covid Italia, sale pressione su ospedali: 9 regioni a rischio alto

(Adnkronos) - Salgono i contagi e i ricoveri per il coronavirus. Sono 100.690 i positivi e 105 morti registrati nell'ultimo bollettino Covid. E salgono le persone ricoverate in ospedale, anche se la pressione sulle terapie intensive è ancora contenuta. E' quanto emerge dal monitoraggio settimanale della cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute…

(Adnkronos) – Salgono i contagi e i ricoveri per il coronavirus. Sono 100.690 i positivi e 105 morti registrati nell’ultimo bollettino Covid. E salgono le persone ricoverate in ospedale, anche se la pressione sulle terapie intensive è ancora contenuta. E’ quanto emerge dal monitoraggio settimanale della cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute che segnala 9 regioni a rischio alto. In una circolare il dicastero invita le Regioni a potenziare i posti letto e l’assistenza per pazienti affetti dal SARS-CoV-2 visto l’incremento dei casi di persone che hanno contratto il virus nelle ultime settimane.  

NOVE REGIONI A RISCHIO ALTO- Nessuna Regione/Pa è infatti classificata a rischio basso, 12 sono classificate a rischio moderato (2 di queste ad alta probabilità di progressione), mentre 9 Regioni/Pa sono considerate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss. Erano 8 la scorsa settimana. Venti Regioni/Pa riportano almeno una singola allerta di resilienza, nove ne registrano molteplici.  

Le 9 regioni a rischio alto sono Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Toscana (rischio non valutabile, equiparato a rischio alto), Umbria e Veneto. Tutte le altre regioni/pa sono a rischio moderato, di cui Campania e Sicilia ad alta probabilità di progressione. 

BRUSAFERRO – “A fronte di un numero molto elevato di nuovi casi” di persone positive a Sars-CoV-2, “la pressione sulle terapie intensive è ancora contenuta”, sottolinea il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro. “Tra i vari fattori – spiega – questo è certamente dovuto all’elevata immunizzazione e alla adesione alla campagna vaccinale” anti-Covid, “con il vaccino che si conferma protettivo nei confronti della malattia grave. Dobbiamo però tenere alta l’attenzione – ammonisce il numero uno dell’Iss – perché con un’alta circolazione del virus il rischio, specie per i più fragili, rimane significativo”. 

CRESCONO RT E INCIDENZA – Nel periodo 15 giugno – 28 giugno l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici risulta pari a 1,40 (range 1,36-1,46), in aumento rispetto alla settimana precedente (1.30) ed oltre la soglia epidemica. Sale anche l’incidenza settimanale a livello nazionale: 1.071 ogni 100.000 abitanti (1-7 luglio) rispetto ai 763 ogni 100.000 abitanti (24-30 giugno). E’ quanto emerge dal monitoraggio settimanale della cabina di regia Istituto superiore di sanità-ministero della Salute sull’andamento di Covid-19 in Italia. 

RICOVERI E INTENSIVE IN AUMENTO – Ancora in aumento i ricoveri Covid-19. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 3,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 7 luglio) contro il 2,6% del 30 giugno. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 giugno) rispetto al 10,3% del 30 giugno. 

IN INTENSIVA 13% È POSITIVO A VIRUS MA SOLO 5% HA SINTOMI CORRELATI – “Lo scorso 5 luglio il 13,5% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva era positivo per Sars-CoV-2, mentre il 5,1% aveva sintomi gravi riconducibili a Covid-19”. E’ quanto emerge da un’analisi condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss) su dati della Siaarti (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva), relativi a un campione di 167 reparti di terapia intensiva distribuiti su tutto il territorio nazionale, per un totale di 1.381 pazienti monitorati. “Di questi – riferisce appunto l’Iss – 187 (il 13,5%) erano positivi per il virus Sars-CoV-2, tra cui 70 (il 5,1%) presentavano sintomi polmonari o comunque riferibili a infezione sistemica grave da Covid-19”. 

 

 

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