«I continui cambi di rotta del Governo e la conseguente campagna mediatica avviata sul superbonus 110% stanno provocando danni enormi a cittadini e imprenditori onesti». Ad affermarlo è Giuseppe Grossi, imprenditore edile e dirigente di Confartigianato Bari.
Quello dell’associazione di categoria è un vero e proprio grido d’allarme. L’indice è puntato contro il governo e la volontà di limitare gradualmente, fino a sospenderlo, il sistema di incentivazione che ha garantito il rilancio del settore dopo la pandemia. Un impatto sul Pil che per Confartigianato Bari, nel 2021, arriva all’1,3% con un numero di nuove assunzioni stimato in 150.000 unità. «La demonizzazione del superbonus di cui leggiamo ogni giorno – afferma Giuseppe Rossi – si fonda su dati inconsistenti. Tuttavia si continua a gettare fango su un provvedimento fortemente virtuoso e di rilancio di un intero settore. Non viene quasi mai precisato, infatti, che le frodi che hanno messo in crisi il sistema dipendono principalmente dalla iniziale mancanza di norme di controllo e di conformità sui bonus ordinari».
Confartigianato Bari lancia un grido di allarme anche sulle modalità con le quali governo e organi di stampa stanno smantellando un imponente sistema di incentivazione fiscale che nel 2021 ha inciso da sola sul Pil 2021 per l’1.3% con un numero di nuove assunzioni stimato pari a 150.000 unità.
Grossi si sofferma anche sulle modalità giuridiche con cui, a suo dire, si starebbe affossando volutamente il superbonus. «Quando una norma appare inadeguata – sottolinea – occorre sospenderla o modificarla tenendo conto dei legittimi affidamenti e dei cosiddetti “diritti quesiti”, che sono alla base del nostro ordinamento giuridico, non sono accettabili rimedi spropositati e irragionevoli che senza sospenderne l’efficacia, di fatto la inficiano». Il riferimento è anche alle truffe. Le ultime ieri a Campobasso, dove le indagini, come spiega il procuratore Nicola D’Angelo, hanno portato alla luce «un articolato meccanismo fraudolento che aveva lo scopo di conseguire crediti di imposta fittizi attraverso l’emissione di fatture false per interventi di edilizia agevolata mai eseguiti e con il coinvolgimento di numerosi soggetti-clienti che si trovano su tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali anche ignari, privi di mezzi patrimoniali, reddituali, nonché di diritti reali sui beni immobili oggetto dei lavori, individuati quali presunti clienti-committenti dei lavori di ristrutturazione edilizia falsamente fatturati».
«Quando si ha notizia di truffe – afferma Grossi – è necessario approfondire e indagare i veri colpevoli, prima di avviare campagne mediatiche denigratorie che si traducono in un generale clima di ostilità che ha scoraggiato finanche l’operatività degli istituti di credito».