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Sparò a due esponenti di un clan rivale: in manette 33enne di Cassano delle Murge

Sparò nel pieno di una festa per colpire due esponenti di un clan rivale. È stato arrestato nelle scorse ore e ora è in carcere Fabio De Girolamo, 33enne di Cassano delle Murge, pregiudicato e ritenuto dagli inquirenti contiguo con la criminalità del posto, che dovrà rispondere dell’accusa di essere l’autore di un duplice tentato…

Sparò nel pieno di una festa per colpire due esponenti di un clan rivale. È stato arrestato nelle scorse ore e ora è in carcere Fabio De Girolamo, 33enne di Cassano delle Murge, pregiudicato e ritenuto dagli inquirenti contiguo con la criminalità del posto, che dovrà rispondere dell’accusa di essere l’autore di un duplice tentato omicidio: un fatto di sangue, compiuto con l’aggravante del metodo mafioso, avvenuto ad Altamura nella notte del 20 settembre 2015.

L’ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Bari, è stata firmata dal gip su richiesta della Dda del capoluogo pugliese. Sull’episodio criminoso il nucleo investigativo dell’Arma e la procura Antimafia hanno chiuso il cerchio anche grazie a diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia.
Quella notte, nel piazzale antistante ad una villa dove era in corso una festa da ballo privata, il 33enne aprì il fuoco nonostante la presenza nelle immediate vicinanze di numerosi ragazzi, anche minorenni. Sparò ad alzo zero all’indirizzo di due giovani di un clan rivale di Altamura, uno dei due peraltro arrestato nelle scorse settimane nell’ambito dell’operazione antimafia Logos portata a termine dai carabinieri. Un agguato compiuto per strada e nei pressi di una festa piena di giovani: un’azione plateale, secondo gli inquirenti, per affermare la forza del clan di appartenenza da parte di chi ha premuto il grilletto. I due obiettivi scamparono all’agguato e subirono gravi ferite in varie parti del corpo.
Ma c’è anche altro. Proprio le due vittime si recarono autonomamente al pronto soccorso dell’ospedale della Murgia di Altamura, fornendo una versione dei fatti che, a seguito delle investigazioni, è risultata “reticente e discordante dalla realtà, con la sola finalità”, così come si legge nel provvedimento del gip, “di risolvere la questione in un secondo momento mediante un’azione vendicatoria, seguendo il consolidato modus operandi proprio degli ambienti criminali”.
Il 33enne arrestato dovrà rispondere di lesioni personali aggravate e di porto e detenzione di arma da fuoco con l’aggravante del metodo mafioso.

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