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Carabiniere picchiato dal branco dopo aggressione a Brumotti: sgominata gang nel Foggiano

Si sarebbero resi autori di una tentata rapina e di lesioni personali gravi, a vario titolo, ai danni di un carabiniere, libero dal servizio, la notte del 9 gennaio scorso all'esterno di un locale di Torremaggiore, in provincia di Foggia, i sei giovani colpiti stamane da altrettante misure cautelari personali (4 arresti e due obblighi…

Si sarebbero resi autori di una tentata rapina e di lesioni personali gravi, a vario titolo, ai danni di un carabiniere, libero dal servizio, la notte del 9 gennaio scorso all’esterno di un locale di Torremaggiore, in provincia di Foggia, i sei giovani colpiti stamane da altrettante misure cautelari personali (4 arresti e due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), eseguite dai carabinieri di San Severo e del Comando provinciale ed emesse dal gip del tribunale del capoluogo dauno.

L’indagine è stata condotta dal nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia, coordinato dalla Procura della Repubblica di Foggia. Il carabiniere, accortosi di un pregiudicato di San Severo sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora (che quindi stava violando il provvedimento giudiziario a suo carico) presente nel locale insieme ad alcuni amici, decise di documentare la sua presenza, filmandolo con il proprio telefono cellulare, per poi procedere alla segnalazione formale all’Autorità giudiziaria, una volta trovatosi in condizioni di sicurezza tali da poter chiedere il supporto dei colleghi dell’Arma territoriale.

L’uomo ripreso era assurto agli onori della cronaca per la vicenda del pestaggio dell’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti, nell’occasione in cui quest’ultimo documentò le scene dello spaccio di stupefacenti in un quartiere di San Severo. Uno degli amici del pregiudicato nel momento in cui notò di essere ripreso, inveì prima verso il carabiniere, per poi richiamare l’attenzione del branco. In pochissimo tempo, i giovani, con violenza inaudita, si scagliarono contro il militare dell’Arma, colpendolo con calci e pugni, nel tentativo di sottrargli il telefono cellulare.

La rapina da parte della gang però non venne portata a compimento, sia per la pronta reazione del militare, che si chiuse a riccio con il proprio corpo impedendo così la sottrazione dell’apparecchio, sia grazie all’intervento dei gestori del locale, intervenuti a difesa del carabiniere, colpiti duramente anche loro da calci e pugni, al punto da rimanere gravemente feriti alle costole e al volto.

L’episodio suscitò indignazione e rabbia da parte dei presenti e degli stessi proprietari del locale: questi l’indomani, su alcuni social network, presi dallo sconforto per l’aggressione violenta e per la presenza di un gruppo di giovani sul territorio così pericolosi, annunciarono di voler vendere il locale, cosa che poi fortunatamente non è successa. Non c’erano più le condizioni per mandare avanti un’attività in maniera serena e sicura.

Nei giorni successivi, il locale in questione comunque rimase chiuso, ricevendo, sempre tramite social network, messaggi di vicinanza e incoraggiamento da parte di diversi cittadini, anch’essi profondamente colpiti e feriti dal gesto vigliacco. I militari della Compagnia di San Severo, diretti dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno ascoltato i testimoni presenti e visionato il filmato fortunatamente rimasto integro nel telefonino del carabiniere, individuando i presunti appartenenti al branco, e ricostruendo minuziosamente l’episodio.

In questo modo l’Autorità giudiziaria foggiana ha potuto emettere il provvedimento restrittivo di oggi, dove è stata evidenziata, quanto meno in questa fase cautelare, una personalità degli indagati ritenuta incapace di controllare il proprio impulso violento, e le modalità del loro comportamento, secondo gli accertamenti svolti nelle indagini preliminari, connotate da elevata spregiudicatezza. Infatti, incuranti dei numerosi presenti, gli indagati avrebbero infierito su una sola persona, nonostante l’intervento dei due gestori, con l’unico scopo di rapinare il telefonino del carabiniere, all’interno del quale era memorizzato il video che documentava i fatti.

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